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Lavorazione sibania

Sibania produce porcellana dal 1980 e trae dalla tradizione artigianale della cosiddetta “porcellana di Capodimonte” i primi rudimenti tecnici e stilistici. Su questa tradizione, fondata su una costante presenza della manualità, abbiamo poi cercato di innescare una continua innovazione, pur mantenendo il “fatto a mano” e l’artigianato italiano come essenziali punti di riferimento. Abbiamo così cercato di unire ad una grande attenzione alla cultura della “bottega artigiana” come si era sviluppata nel corso dei secoli, una ricerca sui materiali per una continua innovazione del prodotto, con una cura costante nell’utilizzo di materiali non nocivi, esenti da piombo, cadmio o altri composti dannosi per la salute delle persone. Dopo l'esperienza nella porcellana di “Capodimonte”, a partire dalla seconda metà degli anni '80, crediamo di poter dire che Sibania è stata un'azienda leader nella produzione italiana di bambole in porcellana.
Nel periodo a cavallo fra gli anni '80 e '90, Sibania ha prodotto infatti, i componenti in bisquit con propri modelli esclusivi, per i principali laboratori artigianali ed aziende che, in Italia, hanno prodotto bambole di porcellana. Dal 1998 in poi abbiamo avviato la produzione di figure, sculture raffiguranti principalmente bambini. Questo tenendo conto da un lato delle tecniche produttive, rifinitura e decorazione acquisite nell'esperienza del Capodimonte, dall'altro lato introducendo nuove tipologie stilistiche e tecniche. Le particolari tecniche usate, che sono brevemente illustrate nella sezione dedicata al "Nostro Lavoro", ci consentono di poter dire che data la preponderante presenza del lavoro manuale, i nostri pezzi sono praticamente pezzi unici. Queste figurine di bambini, vogliono essere la rappresentazione di un mondo, quello infantile, denso di emozioni e che produce emozioni in coloro che ne vengono a contatto, e la purezza di un materiale come la porcellana riteniamo sia assolutamente adatta alla rappresentazione artistica della purezza e della ingenuità infantile.
La porcellana artistica nella sua accezione tradizionale è utilizzata in queste statuine come il punto di partenza per una rappresentazione più moderna e contemporanea, perché attuale e contemporanea è la loro particolare espressività. In Italia queste figurine sono di volta in volta oggetti da collezione, o articoli da regalo, ma anche bomboniere di particolare pregio: la loro espressività può facilmente veicolare un pensiero, un messaggio per chi voglia fare un regalo prezioso, ma può anche essere oggetto d’arredamento, soprammobile, complemento d’arredo o altro. Alla base del nostro lavoro c'è il modello, la scultura. Essa viene realizzata a partire da un blocco di argilla che viene modellato fino ad ottenere quel volto, quell'espressione o, comunque, l'oggetto che si vuole rappresentare. la scultura viene sezionata in più parti e da ognuna si ricava uno stampo versando direttamente su di essa del gesso miscelato con acqua in giusto dosaggio. Ogni scultura
ha più stampi che la compongono e ogni stampo a sua volta è composto da più tasselli. la porcellana è una miscela di caolino, feldspato e quarzo attentamente selezionati e miscelati in acqua fino ad ottenere un fluido denso, il "colaggio".Questo viene versato nello stampo dove, a causa della proprietà di assorbimento tipica del gesso, comincia a perdere acqua, solidificandosi. Raggiunto lo spessore desiderato si svuota la parte rimasta liquida e dopo un po' il pezzo può essere estratto. Tolti dagli stampi i pezzi devono essere "sbavati" e "rinfrescati" perché nelle fasi descritte sopra subiscono sempre danneggiamenti dovuti alla manipolazione o all'usura degli stampi. La scultura originaria viene poi ricomposta assemblandone i vari componenti. Infine si applicano tutti quei particolari che occorre realizzare a mano e che sono il pregio della lavorazione artigianale. Fino a qui Sibania conserva in tutto le caratteristiche delle manifatture porcellane tradizionali, ma qui si innesta quello che crediamo essere uno degli elementi che più ci caratterizza. Prendendo spunto, da un lato, dall'applicazione di tulle su figure di stile settecentesco, e dall'altro, da una tipologia ceramica tipica di Vicenza (la "pastèa") abbiamo elaborato un nuovo modo di realizzare figure in porcellana. Studiando approfonditamente le caratteristiche dei materiali abbiamo realizzato delle sfoglie sottili, poi abbiamo messo a punto un metodo che ci consentisse di imprimere su di esse motivi decorativi tipici dei tessuti. Come nella lavorazione a tulle, accade che questo, impastato con l'argilla e messo in forno sembra trasformarsi da stoffa in porcellana, così noi volevamo che i nostri pezzi sembrassero fatti con tessuto vero e così decorate e ancora allo stato plastico vengono ritagliate secondo la forma desiderata e applicata sui pezzi, modellandone con cura il drappeggio. I capelli, a loro volta sono fili sottili di porcellana che di volta in volta vengono "pettinati" sulla testa nuda. Queste fasi della lavorazione sono molto delicate perché ogni errore provoca difetti in cottura, e occorre un'estrema attenzione nel maneggiare le sfoglie senza danneggiare i decori. Non è stato facile, ma oggi, un po' per gioco, ci piace dire che, se la ceramica ha più di 20.000 anni e la stampa ne ha 500, nessuno era riuscito, prima di noi, a eseguire una stampa diretta su una statua di ceramica

Ogni pezzo viene poi fatto seccare e viene ulteriormente rifinito a secco per togliere eventuali difetti. Durante la cottura a 1300° C, il pezzo arriva vicino al proprio punto di fusione. Per questa ragione occorre puntellare tutte le parti troppo sporgenti o le figure in piedi, con appositi supporti. Dopo la cottura a "gran fuoco", il bisquit viene pulito e, talvolta, levigato per poter essere decorato.
La decorazione secondo la tecnica del cosidetto "Capodimonte" così come è stata tramandata di bottega in bottega si fa con un'amalgama di colore, trementina ed essenza di lavanda. Il colore viene "sfumato" con pennelli appositi o "tamponato" con una spugna. Infine c'è la cottura del colore, o "terzo fuoco", che noi, usando colori esenti da piombo, facciamo a 950° C.