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É arrivato l'attestato di qualità per gli esperti di privacy

MILANO - La riforma sulle professioni introdotta lo scorso anno ha posto le basi che permettono a cittadini e imprese di godere di maggiore trasparenza quando si apprestano a intrattenere rapporti con professionisti non appartenenti a una categoria organizzata in ordini o collegi. Si possono citare come esempio avvocati, ingegneri, commercialisti.
La legge n.4 del 2013 consente infatti a categorie come quelle dei tributaristi e degli amministratori di condominio di non essere più classificati come professionisti di serie B: possono avere un' identità definita mediante l'adesione ad associazioni professionali, tra i cui compiti vi sono quelli di stabilire l'aggiornamento professionale, la valorizzazione delle competenze degli associati e la vigilanza sul loro operato in base a codici deontologici e standard.
Questi stessi codici e standard devono essere stabiliti dalle associazioni, che devono provvedere all’istituzione di sportelli di informazione e di risoluzione delle controversie a beneficio dei consumatori, con la possibilità di rilasciare attestati di qualità agli aderenti che soddisfino un insieme minimo di requisiti.
Tra le associazioni inserite nell'elenco per le professioni non organizzate, detenuto dal Ministero Sviluppo Economico, vi è Federprivacy, che rappresenta la categoria dei privacy officer e consulenti della privacy, ovvero gli esperti di data protection. Il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi, ha così commentato: “La nostra associazione, grazie alla riforma delle professioni, è adesso legittimata a rilasciare agli iscritti un attestato di qualità, che rappresenta un vero e proprio DNA professionale, nel quale sono contenute una serie di informazioni di estrema utilità per consumatori e imprese. Grazie a questo attestato nominativo, che abbiamo deciso di racchiudere in un pratico tesserino plastificato munito di fotografia, datori di lavoro e clienti possono sapere in modo attendibile se il professionista possiede effettivamente certe competenze, se è dotato di una copertura assicurativa, se ha conseguito una o più certificazioni, se ha curato il proprio aggiornamento professionale, e anche l'assenza di pregiudizievoli riguardanti la sua etica, dato che in base alla Legge 4/2013 abbiamo anche il compito di vigilare sulla condotta dei nostri associati”. Rimanendo in tema di privacy, in attesa del regolamento europeo sulla protezione dei dati che, come è noto, sostituirà il nostro attuale Codice della Privacy, le certificazioni delle professionalità basate sulla Norma ISO 17024 e il rilascio degli attestati di qualità rilasciate dalle associazioni ai sensi della Legge 4/2013, si stanno sempre più affermando come strumenti idonei a verificare le competenze dei professionisti che non appartengono a un albo tradizionale. Ricordiamo infatti che il trattamento di dati è classificato come attività pericolosa ai sensi dell'art.2050 del Codice Civile. Chi seleziona un candidato a una posizione che richiede competenze nel settore della data protection deve quindi prestare attenzione a non designare in modo incauto queste figure, con il rischio di incorrere in sanzioni e richieste di risarcimenti.

www.federprivacy.it

a cura della Redazione di www.secsolution.it