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I fiumi 3

  • il Parma nasce dal Lago Santo e dai laghetti Gemio e Scuro posti sul crinale nei settori dei Monti Orsaro e Sillara . I due rami confluiscono a monte della località Bosco per dare origine al torrente Parma propriamente detto. Il corso d'acqua riceve numerosi affluenti tra i quali il torrente Baganza , nella città di Parma . Dopo un percorso di circa 100 km si immette in Po in località Mezzano Superiore apportando una media di 11, 3 m 3 /s.
  • l' Enza nasce dal Passo del Lagastrello , subito a est dell' Alpe di Succiso , riceve il Cedra , sbocca in pianura a San Polo d'Enza e sfocia nel Po a Brescello , di fronte alla lombarda Viadana dopo 93 km di corso con un apporto medio di circa 12 m 3 /s.
  • il Secchia nasce presso il valico appenninico di Cerreto e sbocca nel Po, poco a valle del punto dove il Mincio confluisce, pure nel Po, sulla riva opposta, dopo 172 km di corso, costituendo il secondo affluente di destra per lunghezza e per portata (42 m 3 /s).
  • il Panaro scende dal Passo del Giovo sul Monte Rondinaio e raccoglie un ventaglio di affluenti dalla sezione più elevata dell'Appennino Settentrionale. Dopo essere sboccato nella pianura emiliana a est di Modena , confluisce nel Po a ovest di Ferrara risultando, con 148 km di corso e una portata media di 37 m 3 /s rispettivamente il 3º affluente di destra per lunghezza e il 4º per volume d'acqua.
I fiumi del Triveneto [ modifica ]

Attraverso il prolungamento veneto della Pianura Padana scorrono (in senso orario):

  • il Tartaro-Canalbianco-Po di Levante , il cui bacino di scolo è di importanza fondamentale per la bonifica idraulica delle Valli Grandi Veronesi , di parte della bassa mantovana e dell'alto e medio Polesine . Nasce da numerose risorgive in provincia di Verona e gran parte del suo tratto è stato modificato sia per motivi di riassesto idrologico sia per motivi di navigazione .
  • l' Adige , lungo circa 410 km, è il secondo fiume d'Italia per lunghezza, ma il terzo per superficie di bacino (12.200 km²). Nasce presso il Passo di Resia . Lungo il suo corso tocca Merano ( Val Venosta ) e, poco dopo, Bolzano , accoglie le acque dell' Isarco (che ne più che raddoppia la portata), che nasce dal Passo del Brennero e che a sua volta riceve, a Bressanone , la Rienza , la quale, drenando una delle sezioni più elevate e ricche d'acqua delle Alpi, gli versa oltre i 4/5 della portata. Poco prima di Trento confluiscono nell'Adige: sulla destra, il fiume Noce , che percorre al Val di Sole e la Val di Non ; sulla sinistra, il fiume Avisio , che nasce dalla Marmolada . Dopo Trento, l'Adige taglia la Val Lagarina , bagna Verona e nell'ultimo tratto scorre paralleno al Po fino alla foce nei pressi di Chioggia . Ha un regime prevalentemente alpino con magre invernali, piene primaverili ed autunnali e morbide assai cospicue in estate, soprattutto in conseguenza del forte tributo della Rienza, attraverso l'Isarco.
  • il Brenta nasce nell'alta Val Sugana dai laghetti di Caldonazzo e di Levico . Scorre in una valle nella maggior parte profonda e stretta ( Canale di Brenta ), ricevendo il tributo del fiume Cismòn (che scende dal Passo Rolle , drena il Cimon della Pala , le Pale di San Martino e ne raddoppia la portata); scorre tra il Grappa e l'Altopiano di Asiago , ricevendo anche il forte tributo idrico (12 m 3 /s) dal fiume Oliero , fino a Bassano ; di qui scende fin presso Padova e, dopo aver ricevuto il Bacchiglione , si dirige verso il mar Adriatico dove sfocia nella laguna veneziana, a pochi chilometri da Chioggia. le sue portate nel basso corso sono copiose e superiori anche a quelle di fiumi più lunghi, come il Tagliamento, soprattutto per merito del tributo regolare del Bacchiglione (in pratica un fiume di risorgiva) e delle altre risorgive carsiche che emunge al piede dell'Altopiano di Asiago (o dei Sette Comuni).
  • il Sile , tipico fiume di risorgiva (come il Dese , lo Zero , lo Stella , ecc.), sviluppa il suo tortuosissimo corso di 99 km completamente in pianura, fra la gigantesca risorgiva che lo origina presso le località di Casacorba , in provincia di Treviso (è la maggiore sorgente italiana, con una portata, pressoché costante, di circa 35 m 3 /s) e la foce nella Laguna di Venezia, in parte mescolando le proprie acque con quelle del Piave .
  • il Piave nasce dalle Alpi Carniche ( Monte Peralba ) in comune di Sappada (BL) e riceve le acque di alcuni torrenti che scendono dalle Dolomiti ( Boite , Maè , Cordevole , Vajont , ecc.). Bagna Belluno e, dopo aver attraversato la pianura trevisana si getta nel mar Adriatico . Mentre un tempo sfociava nell'antico porto di Jesolo , al margine orientale della laguna veneta, attualmente la sua foce (porto di Cortellazzo ) è stata spostata di una decina di chilometri più ad oriente, in seguito all'accumularsi di detriti trasportati dalle sue acque. Il suo bacino imbrifero è relativamente piccolo (con 4.100 km² è solo il 14º per grandezza in Italia) in rapporto alla lunghezza che ne fa il 9º fiume italiano. Le portate medie alla foce sono di oltre 100 m 3 /s ma con regime molto irregolare con piene imponenti (anche 5.000 m 3 /s) e minimi inferiori a quelli di fiumi veneti assai più brevi, quali Brenta e Livenza .
  • la Livenza nasce a nord di Vittorio Veneto da due grosse risorgive carsiche (Il Gorgazzo e La Santissima), poste al piede delle pre alpi Carniche (monti del Consiglio). Dopo un corso molto sinuoso in una pianura ricca d'acqua, si getta nell'Adriatico (nella piccola laguna di Santa Margherita ) presso Càorle con portate minime che non scendono mai sotto i 30 m 3 /s. Fra i suoi affluenti merita menzione il sistema Cellina - Meduna , a carattere eminentemente torrentizio, con piene che possono superare addirittura i 4.000 m 3 /s.
  • il Tagliamento nasce nelle Alpi Carniche . Scorre dapprima rapido in una valle dirupata e poi nella conca di Tolmezzo riceve le acque provenienti dal passo di Monte Croce e dal basso di Tarvisio (torrente Fella ); il letto del Tagliamento, per quasi tutto il tratto successivo è larghissimo (anche 3 km), poiché si divide in vari rami separati fra di loro da isole ghiaiose , sommerse solo nel tempo delle piene, che sono assolutamente rovinose con portate che possono raggiungere anche i 4.000 m 3 /s come nel novembre 1966.
  • l' Isonzo nasce dalle Alpi Giulie , passa presso Gorizia e sbocca nella laguna di Grado , presso Monfalcone . Dapprima percorre una valle selvaggia e boscosa, la quale si allarga dopo Caporetto , per restringersi nuovamente nel tratto che conduce a Gorizia , ai bordi del corso. Da sinistra ( Alpi Giulie ) riceve il Vipacco e da destra il Torre (che a sua volta riceve le acque dello Iudrio alimentato anche dal fiume Versa) con il sub-affluente Natisone e, nei pressi di Gorizia, il torrente Piumizza. Ha regime sì torrentizio, ma le portate minime non scendono mai sotto i 50 m 3 /s (ciò grazie all'alimentazione carsica anche subalvea che ne caratterizza il suo alto bacino, peraltro anche soggetto ad elevatissima piovosità) mentre le massime possono superare anche i 4.000 m 3 /s; le portate medie (170 m 3 /s) sono superiori a quelle di qualsiasi altro fiume veneto, friulano o tridentino, escluso l' Adige e ne fanno uno dei fiumi più ricchi d'acqua della Penisola.
  • il Timavo , dal corso apparentemente brevissimo (solo 2 km) compreso dalla risorgiva posta nell'area metropolitana di Trieste , fra Duino e Monfalcone , alla foce nell'Adriatico; le vere sorgenti, tuttavia, sono nel territorio della Croazia (fiume Reka ), anche se il suo corso a cielo libero si sviluppa prevalentemente in Slovenia , prima di precipitare nelle Grotte di San Canziano e riemergere dopo decine di chilometri presso la costa adriatica con una delle maggiori risorgive italiane (18 m 3 /s di portata minima).
I fiumi del versante orientale degli Appennini [ modifica ]

I fiumi, che dal versante orientale dell'Appennino scendono all'Adriatico, sono in genere brevi e tranne il Reno nessuno supera i 200 km di corso. In genere sono anche scarsi d'acqua nella stagione estiva (ad eccezione solo dell' Aterno-Pescara che è l'unico fiume a sud del Po ad avere portate minime estive alla foce superiori a 10 m 3 /s), ma soggetti a piene violente in primavera e in autunno. Scorrono inoltre per la maggior parte paralleli tra di loro con andamento delle valli perpendicolare alla costa (sempre ad eccezione del Reno e lo stesso Aterno-Pescara che disegnano infatti una sorta di 'L').

I principali sono:

  • il Reno che nasce dal massiccio de Le Lari (Appennino Pistoiese) e sfocia nell'Adriatico tra Ravenna e le Valli di Comacchio . Un tempo si congiungeva con il Po ; attualmente, a metà circa del suo corso, devia verso sud-est e si dirige verso il mare scorrendo nell'antico alveo del Po di Primaro e raccogliendo le acque dell' Idice , del Sillaro , del Santerno e del Senio . È di gran lunga il maggiore per lunghezza (212 km), superficie di bacino (5.040 km²) e portata media annua (95 m 3 /s alla foce) dei fiumi che sversano in Adriatico a sud del Po, anche se in estate la sua portata alla foce si riduce drasticamente ben al di sotto dei 10 m 3 /s.
  • il Lamone che nasce dalla Colla di Casaglia, sull' Alpe di San Benedetto e termina il suo corso in una cassa di colmata presso Ravenna che lo mette poi in comunicazione col mare Adriatico presso Marina Romea , nella Pineta di San Vitale;
  • il Fiumi Uniti , si forma nei pressi della periferia di Ravenna dalla confluenza dei fiumi Ronco e Montone che scendono dall'Appennino Romagnolo: rispettivamente il primo dal Passo del Muraglione ed il secondo dall'unione, a sua volta, del Rabbi , che scende dall'Alpe di San Benedetto, e del Bidente che sua volta si forma da tre rami distinti (di cui uno proviene dal Monte Falterona ) presso Santa Sofia.
  • il Savio , che nasce da vari rami presso il Monte Fumaiolo , e che dopo un corso lungo 126 km (risultando così il fiume più lungo della Romagna ) sfocia nell' Adriatico presso Lido di Classe .
  • la Marecchia nasce dal Monte Fumaiolo e sfocia a Rimini , dove il fiume è incanalato e forma il porto della città stessa.
  • il Metauro , fiume principale della regione Marche , è alimentato dai torrenti Meta e Auro, i quali scendono dalla Bocca Trabaria e dalla Bocca Serriola e soprattutto il suo affluente Candigliano . Esso sfocia al mare presso Fano .
  • l' Esino nasce dall'appennino Umbro-marchigiano e, dopo un percorso di 93 km, sfocia poco a nord di Ancona . Fra tutti i fiumi marchigiani è sicuramente quello col regime idrografico più regolare con portata media di 18 m 3 /s e con minime non inferiori ai 5/6 m 3 /S. Il suo principale affluente, il Sentino è il fiume che nel corso dei secoli ha formato tramite la sua erosione le famose grotte di Frasassi; altri affluenti degni di nota sono il Fiume Giano, il torrente Esinante, il torrente Granita e il torrente Triponzo.

Il fiume Esino da il nome alla famosa Jesi (Aesis), città di oltre 40.000 abitanti fulcro della vallesina.

I fiumi del versante jonico [ modifica ]

Sfociano nel Mar Jonio vanno soggetti ad impetuose piene invernali , aggravate dal fatto che l' Appennino Lucano , da cui discendono, è scarsamente coperto di vegetazione. Data la rilevante quantità di detriti trasportati in tali periodi e la scarsa pendenza d'una gran parte del loro corso, questi fiumi finiscono per diventare acquitrinosi creando zone malsane.

Tra questi fiumi si ricordano:

I fiumi del versante ligure-tirrenico [ modifica ]

Sono generalmente caratterizzati da un regime torrentizio con accentuatissime magre estive (per i fiumi calabresi avvengono addirittura vere e proprie secche); questo regime interessa anche corsi d'acqua lunghi e importanti come l' Arno e l' Ombrone Grossetano , che in estate presso le foci scaricano valori modestissimi di portata rispettivamente di 6 e 2 m 3 /s. A questo regime sfuggono invece alcuni corsi d'acqua dell'Italia centro-meridionale come il Tevere con alcuni suoi affluenti e sub affluenti come il Nera , il Velino e l' Aniene ; il Liri - Garigliano , il Volturno , il Sele con il suo affluente Tanagro e pochi altri, in quanto alimentati da grosse sorgenti carsiche talvolta subalvee che scaturiscono ai piedi di massici calcarei che caratterizzano ad esempio la Sabina , il Matese , il Cilento , ecc.; sfuggono alla regola (anche se solo in parte) i fiumi Magra e Serchio , non tanto per l'alimentazione carsica (che ha molta meno importanza rispetto i fiumi del centro-sud), ma per la collocazione dei loro bacini (specie quello del Serchio ), su territori montani ad elevatissima piovosità anche nel periordo estivo ( Alpi Apuane , Appennino Tosco-Emiliano ) in quanto soggetti l'influenza del Mar Tirreno da ovest, fornitore di forti correnti umide. I fiumi tirrenici sono quelli con il corso più lungo e i bacini più estesi del centro Italia , (anche rispetto a quelli peninsulari del versante adriatico), ma nessuno di essi ( Arno e Tevere a parte) supera i 200 km di corso, né vi s'avvicina. Solo tre di essi ( Volturno , Ombrone Grossetano e Liri - Garigliano ), superano i 150 km. L' Arno presenta un corso più lungo della media perché la prima parte di esso compie un giro quasi completo attorno al massiccio appenninico del Pratomagno prima di assumere la direzione prevalente est-ovest verso il mare. Il Tevere invece, ha un andamento prevalentemente longitudinale rispetto alla penisola e questo gli consente di drenare un bacino assai più vasto di tutti gli altri fiumi peninsulari, con tributi sia da destra (a carattere assolutamente torrentizio), sia da sinistra (a prevalente carattere carsico, quindi assai più regolare), il che gli fornisce una certa copiosità delle portate minime. Ancor più torrentizi sono i fiumi del versante ligure, a causa anche della estrema brevità del loro corso dovuta allo spartiacque molto prossimo alla costa. Anche in questo caso sono pochissime le eccezioni: il Roia (il cui corso di 59 km tuttavia si sviluppa per gran parte in territorio francese), la Magra (il maggiore fiume per portata media e minima sfociante in Liguria , che scorre però per gran parte in Toscana ) e il Vara (principale affluente della Magra , che con quasi 60 km di corso è il fiume più lungo interamente ligure); questi ultimi inoltre sono gli unici corsi d'acqua della regione che non seccano in estate.

I principali fiumi del versante ligure - tirrenico sono:

L' Arno nel centro di Firenze
  • l' Arno che è, per estensione del suo bacino idrografico, il 5º dei fiumi d'Italia ed è lungo 241 km. Nasce dal Falterona , percorre la Valle del Casentino , risale quindi, tra il gruppo del Pratomagno e le colline del Chianti , verso Firenze . Prima di questa città confluisce in esso il Sieve , che dalla Futa scende lungo il Mugello . Dopo Firenze , sempre dalla destra, riceve le acque del Bisenzio ; e dalla sinistra quelle dell' Elsa e dell' Era , ambedue defluenti delle Colline Metallifere . Bagna Pisa lungo il suo ultimo tratto. È un fiume che, a dispetto della sua lunghezza e soprattutto alla sua estensione di bacino, ha un regime estremamente torrentizio.
La valle percorsa dall'Arno viene divisa in tronchi così chiamati: Valdarno casentino, aretino, superiore, fiorentino, inferiore e pisano, a seconda della zona percorsa. I versanti da cui scendono i suoi affluenti e le conche che si allagano lungo il suo corso sono ubertose, ricche di coltivazioni e di centri popolosi agricoli ed industriali.

Il suo corso si snoda lungo i territori di ben 4 regioni italiane: Emilia-Romagna , Toscana , Umbria e Lazio . Le sue acque, giallastre e limacciose, sono abbondanti tutto l'anno grazie al notevole apporto sorgivo fornito dal suo affluente Nera . Le piene del Tevere, data la notevole portata dei suoi numerosi affluenti, sono molto imponenti: si verificano di solito in autunno a causa delle precipitazioni, giungendo talvolta a livelli anche di 15m di altezza presso Roma . La sua sorgente si trova in Emilia-Romagna ma il fiume entra quasi subito in Toscana per alcuni km. Entra poi in Umbria percorrendo la Valle Tiberina . Poco dopo Perugia riceve le acque del fiume Paglia , che scende dal monte Amiata . Presso Orte , da sinistra, discende nel Tevere il Nera , che a sua volta ha ricevuto le acque del Velino alimentato da seconda maggiore sorgente carsica italiana (la prima è costituita dalla risorgiva del Fiume Sile , in Veneto ), detta Sorgente del Peschiera che sgorga poco a valle di Antrodoco , in sinistra idraulica, quasi subalvea, con l'enorme portata minima di 25 m 3 /s; Il Velino, prima di gettarsi nel Nera, poco sopra l'importante centro di Terni , precipita dalla sua vallata con un balzo di 165m, formando la Cascata delle Marmore . Il Nera fornisce i 2/3 della portata del Tevere e in estate non scende mai sotto i 50 m 3 /s, di cui almeno 30 sono dovuti al Velino. Prima di giungere a Roma , il Tevere riceve ancora da sinistra l' Aniene (o Teverone ), le cui acque formano presso Tivoli una famosa cascata dell'altezza di 108 m. Dopo aver attraversato per circa una trentina di km la Campagna Romana , si divide in due bracci: uno (il vero alveo) sfocia a Ostia , l'altro a Fiumicino (ed è un canale artificiale); tra i due bracci è compresa l' Isola Sacra . Le bocche, come quelle dell' Arno , sono alquanto ostruite dalle sabbie, trasportate dal fiume.

  • il Liri - Garigliano , coi suoi 158 km ed un bacino imbrifero di 5.020 km², è uno dei principali fiumi del centro-sud e abbonda di acque in ogni stagione (la sua portata media alla foce è seconda solo a quella del Tevere, attestandosi ad oltre 120 m 3 /s); ha origine con il nome di Liri ad ovest della Conca Marsicana , donde viene alimentato attraverso un condotto sotterraneo. Deriva le sue acque da quelle del Liri e del Gari riunite insieme. Scorre dapprima in una valle ristretta, che prende il nome di Roveto ; forma dopo Sora due belle cascate; dopo la confluenza col Sacco , che proviene dalle alture di Palestrina ( Ciociaria ), scorre in un'ampia conca tra l'appennino e l'antiappennino (Monti Ausoni e Monti Aurunci ); quindi riceve le acque del Gari , che discende dalla valle di Cassino . Con il nome di Garigliano , il fiume si apre poi la via tra i Monti Aurunci ed il cono vulcanico di Roccamonfina , per sboccare nel Golfo di Gaeta .
  • il Volturno , lungo 175 km e con un bacino imbrifero di 5.455 km², è il maggiore fiume della Campania e del sud-Italia per lunghezza, superficie di bacino e portata.