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Gli eventi atmosferici sulle costruzioni

Pioggia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La pioggia
Pioggia
Pioggia ( tacuinum sanitatis casanatense, XIV secolo)

La pioggia è la forma più comune di precipitazione atmosferica e si forma quando gocce separate di acqua cadono al suolo da delle nuvole . Il suo codice METAR è RA . Una parte della pioggia che cade dalle nuvole non riesce a raggiungere la superficie ed evapora nell'aria mentre cade, specialmente se attraversa aria secca (questo tipo di precipitazione è detta virga ).

La pioggia gioca un ruolo importantissimo nel ciclo dell'acqua , nel quale il liquido che evapora dagli oceani si condensa nelle nuvole e cade di nuovo a terra, poi ritorna negli oceani con le correnti e i fiumi per ripetere di nuovo il ciclo. L'ammontare della pioggia caduta si misura in millimetri: una precipitazione di 1 mm equivale a dire che su una qualunque superficie si è depositata una quantità di acqua uniformemente alta 1 mm. La misura è indipendente dalla grandezza della superficie considerata.

L'odore caratteristico che accompagna talvolta la pioggia è quello dell' ozono ( simile a quello di uova guaste). Infatti, quando l'ossigeno atmosferico viene percorso da scariche elettriche (in questo caso i fulmini), perde l'originale struttura biatomica per assumere quella triatomica, l'ozono appunto. L'odore che segue una pioggia dopo un periodo di siccità viene detto petricor .



// Formazione

Una nube è formata da miliardi di goccioline d'acqua, ciascuna delle quali è a sua volta formata da circa 550 miliardi di molecole d'acqua. Queste goccioline sono il risultato dell' evaporazione dell'acqua da oceani, mari, corsi d'acqua dolce, vegetazione e suolo. Il vapore acqueo viene quindi portato verso l'alto da correnti ascendenti; salendo, l'aria si raffredda e raggiunge la saturazione. Tuttavia questo non è sufficiente per provocare la condensazione del vapore, dato che la goccia d'acqua formatasi tende a sua volta ad evaporare. In condizioni normali non si potrebbe avere la condensazione del vapore e quindi la formazione di nubi, neanche in presenza di sovrasaturazioni del 500%. Fortunatamente, nell'aria sono presenti particelle di pulviscolo e cristalli di ghiaccio che agiscono come "nuclei igroscopici" o "di condensazione" (di dimensioni comprese tra 0, 1 e 4 µm) che promuovono e agevolano la trasformazione di stato delle particelle di vapore .

Le precipitazioni e quindi la pioggia possono avvenire però solo quando la forza peso risulterà maggiore della resistenza offerta dal moto ascendente che ha portato alla formazione della nube stessa e che tende a mantenere le goccioline in sospensione. Occorrono centinaia di milioni di goccioline di nube per formare una goccia di pioggia del diametro compreso tra 200 µm e qualche millimetro. I due principali meccanismi di formazione sono l'accrescimento per coalescenza e il processo Bergeron-Findeisen.

Accrescimento per coalescenza

Questo fenomeno accade nelle cosiddette nubi calde con temperatura superiore a 0 °C. Le goccioline di nube più grandi, spinte verso l'alto dalle correnti ascendenti, collidono con le goccioline più piccole e in seguito a ciò, aumentano di dimensioni. Una volta raggiunto il diametro di 200 µm, le correnti ascensionali non sono più in grado di mantenerle in sospensione e quindi cominciano a cadere, ingrandendosi ulteriormente. Il processo è particolarmente efficace nel caso di moti turbolenti.

Processo Bergeron-Findeisen

Nelle cosiddette nubi fredde , immerse nell'atmosfera a temperature inferiori a 0 °C, il processo avviene a causa dei nuclei glaciogeni che attraggono su sé stessi le goccioline di vapore, formando microcristalli di ghiaccio. Questi s'ingrandiscono attirando le molecole di vapore, che perdono così più molecole per l'evaporazione di quante non ne perdano i microcristalli di ghiaccio. Questo è dovuta al differente valore della tensione di vapore del ghiaccio o dell'acqua liquida. Con questo processo si producono cristalli di ghiaccio di qualche centinaio di micrometri, che risultano grandi abbastanza per cadere dalla nuvola. Durante la caduta questi cristalli possono ingrandirsi ancora per coalescenza, sia urtando gocce e goccioline sopraffuse, sia scontrandosi con altri cristalli. Una volta usciti dalla nube, se la temperatura rimane negativa o poco superiore allo zero cadono come cristalli di neve , altrimenti si trasformano in gocce di pioggia.

Caratteristiche

Le gocce di pioggia sono spesso descritte e raffigurate come a "forma di lacrima", tonde sul fondo e più strette verso la cima, ma questo è scorretto (solo le gocce d'acqua che gocciolano da qualche sorgente sono a forma di lacrima al momento che si formano). Le gocce di pioggia piccole sono quasi sferiche. Le gocce più grandi sono molto appiattite a forma di panino, quelle più grandi ancora sono a forma di paracadute. Le gocce di pioggia che risultano dallo scioglimento poco tempo prima di un fiocco di neve sono grandi e formano una rosellina di gocce più piccole quando arrivano al suolo. In media le gocce sono 1-2 mm di diametro, le più grosse sono state registrate in Brasile e nelle Isole Marshall nel 2004 con più di 1 cm di diametro. Questa grandezza è stata spiegata con la condensazione di grandi particelle di fumo o di collisione tra gocce in zone relativamente piccole con un contenuto d'acqua particolarmente notevole.

Generalmente la pioggia ha un pH leggermente inferiore a 6, cioè debolmente acido a causa dell'assorbimento di anidride carbonica dall'atmosfera, che a contatto con l'acqua delle goccioline dà luogo alla formazione di quantità minime di acido carbonico . In alcune aree desertiche, il pulviscolo atmosferico contiene tanto bicarbonato di calcio da bilanciare la naturale acidità della precipitazione e quindi la pioggia può essere neutra o addirittura alcalina.
La pioggia con un pH inferiore a 5, 6 è considerata pioggia acida .

Quantità totale


Intensità

La pioggia caduta viene misurata in millimetri dai pluviometri . A seconda dell'intensità della precipitazione viene distinta in:

  • Pioviggine ( 6 mm/h)
  • Rovescio (> 10 mm/h ma limitato nella durata)
  • Nubifragio (> 30 mm/h)

A maggiore intensità del fenomeno è legato anche un maggiore diametro delle gocce di pioggia e una velocità di impatto al suolo più elevata, dovuta al fatto che le correnti ascensionali non sono in grado di rallentarne la caduta.

Frequenza
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Distribuzione annuale
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Cultura
La Piazza d'Europa ( Parigi ), sotto la pioggia, dipinto di Gustave Caillebotte

Molte culture hanno sviluppato strategie per affrontare la pioggia e hanno creato numerosi tipi di protezione come ombrelli e impermeabili . Molte persone preferiscono stare in casa quando piove, specialmente nei climi tropicali, dove la pioggia è di solito accompagnata da temporali.

Primati [1]
  • Precipitazione più intensa in un minuto: 31, 2 mm registrati il 4 gennaio 1956 a Unionville, Maryland , Stati Uniti .
  • Precipitazione più intensa in un'ora: 305 mm registrati il 22 giugno 1947 a Holt, Missouri , Stati Uniti .
  • Precipitazione più intensa in 12 ore: 1.144 mm registrati tra il 7 e l'8 gennaio 1966 a Foc-Foc, Isola della Riunione .
  • Precipitazione più intensa in un giorno: 1.825 mm registrati tra il 7 e l'8 gennaio 1966 a Foc-Foc, Isola della Riunione .
  • Precipitazione più intensa in due giorni: 2.467 mm registrati tra l'8 e il 10 gennaio 1958 a Aurère, Isola della Riunione .
  • Precipitazione più intensa in tre giorni: 3.929 mm registrati tra il 24 e il 26 febbraio 2007 al cratere Commerson, Isola della Riunione .
  • Precipitazione più intensa in quattro giorni: 4.869 mm registrati tra il 24 e il 27 febbraio 2007 al cratere Commerson, Isola della Riunione .
  • Precipitazione più intensa in un anno: 26.470 mm registrati tra l'agosto del 1860 e il luglio 1861 a Cherrapunji, India .
  • Il luogo più piovoso della Terra è Lloró ( Colombia ) che registra ogni anno una media di 13.300 millimetri di pioggia.
Note
  • ^ ( EN ) Global Weather & Climate Extremes
  • Bibliografia
    • Giuliacci, Mario (a cura di). Manuale di meteorologia . Milano, Alpha Test, 2005 2 . ISBN 88-483-0457-5
    Voci correlate

    Neve Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
    Un cristallo di neve individuato al microscopio elettronico a scansione all'interno di un fiocco di neve. In secondo piano si intravedono altri cristalli tra loro sovrapposti e orientati secondo piani differenti

    La neve è una forma di precipitazione nella forma di acqua ghiacciata cristallina che consiste in una moltitudine di minuscoli cristalli di ghiaccio tutti aventi di base la forma esagonale ma ognuno di tipo diverso. Dal momento che è composta da piccole parti grezze è un materiale granulare . Ha una struttura aperta ed è quindi soffice, a meno che non sia dalla pressione esterna.



    // Descrizione e specifiche

    La neve si forma nell'alta atmosfera , quando il vapore acqueo , a temperatura inferiore a 0° C fa avvenire il brinamento e passa dallo stato gassoso a quello solido e riesce a raggiungere il terreno senza fondersi. Questo accade quando la temperatura al suolo è minore di 2 °C e negli strati intermedi non esistono temperature superiori a 0 °C, altrimenti la neve fonde e diventa acquaneve o pioggia . Tuttavia, in presenza di uno o più dei seguenti fattori:

    • violente precipitazioni
    • violenti moti verticali
    • bassa umidità
    • aria estremamente gelida in quota

    La neve può cadere, anche se per brevi periodi, con temperature positive superiori ai 2 °C (se l'aria nei bassi strati è abbastanza secca la neve può giungere al suolo anche con temperature fino a + 6 °C). Se la temperatura lo consente, è possibile produrre neve artificiale con cannoni appositi, che tuttavia creano piccoli granelli più simili a neve tonda che non a neve propriamente detta.

    Tipi di neve
    Cristallo di neve al microscopio ottico

    La neve può essere suddivisa in:

    • Gragnola , neve finissima e leggera è formata dai cristalli di neve, ognuno, circondato da uno strato trasparente di ghiaccio
    • Neve tonda , fiocchi di neve che attraversando uno strato caldo dell'atmosfera, vanno ad arrotolarsi su se stessi e arrotondare i loro bordi, prendendo una forma piu sferica
    • Imbiancata leggera caduta di neve
    • Tormenta o bufera , tempesta di neve intensa
    • Scaccianeve non è propriamente una precipitazione, ma una forte tempesta di vento che solleva la neve caduta in mulinelli simili a una vera tormenta.

    A seconda delle condizioni atmosferiche e della temperatura, la neve a terra può avere una consistenza molto diversa:

    • Leggera e polverosa quanto è appena caduta, se si è sotto zero
      • pesante quando poi la temperatura va sopra zero, cosa molto frequente in montagna, la neve diventa umida e un po' più pesante.
    • Grande e pesante se si è sopra zero i fiocchi si uniscono in agglomerati più grandi, e a terra diventa molto pesante, e facilmente compattabile, la migliore per fare le palle di neve.
      • ghiacciata quando la temperatura scende successivamente sotto zero, cosa molto frequente in pianura, la neve ghiaccia, e prende la consistenza di polvere mista a ghiaccio, e non si può più utilizzare per costruzioni o palle di neve.
    • trasformata dati da successivi passaggi sopra e sotto lo zero, la neve diventa molto compatta, quasi come in pista, ed è il tipo di neve che si trova a volte in primavera.
    • Con crosta il vento forma una crosta, molto rigida e spessa sopra la neve polverosa, meno spessa sulla neve più molle.

    Infine ultimo tipo di neve è la neve artificiale che si ottiene attraverso tecniche di innevamento artificiale .

    Geometria
    Diverse geometrie dei cristalli di neve

    Una domanda interessante è perché i bracci dei cristalli di neve che formano i fiocchi siano perfettamente simmetrici e non ci siano due cristalli di neve uguali. La risposta risiede nel fatto che la distanza "tra" i cristalli di neve è molto maggiore di quella "dentro" i cristalli di neve.

    Data la simmetria iniziale esagonale della struttura cristallina del ghiaccio comune (derivante direttamente dalla struttura molecolare dell' acqua ), i bracci del cristallo di neve crescono indipendentemente in un ambiente che è ritenuto molto variabile in temperatura , umidità e così via. Questo ambiente è ritenuto relativamente omogeneo nello spazio di un singolo fiocco e questo porta i bracci a crescere in modo molto simmetrico, rispondendo in modo uguale a un ambiente uguale, come alberi non imparentati tra loro rispondono ai cambiamenti ambientali facendo crescere serie simili di anelli nel tronco. La differenza nell'ambiente su scale molto più grandi di un cristallo di neve conduce alla mancanza di uguaglianza osservata tra le forme di cristalli differenti.

    Comunque il concetto che due cristalli di neve non possano assolutamente essere uguali è scorretta. Infatti è perfettamente possibile, anche se improbabile, che due cristalli possano essere identici, a patto che le condizioni ambientali siano abbastanza simili: sia che i cristalli crescano abbastanza vicini l'uno all'altro sia anche per puro caso. La Società Meteorologica Americana ha riportato che due cristalli identici sono stati trovati da Nancy Knight del Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica il 1º novembre 1986 [1] . I cristalli non erano "fiocchi" dendritici nel senso comune del termine ma piuttosto semplici piastre esagonali prismatiche.

    Il colore della neve

    Al nostro occhio la neve appare bianca , ma in realtà è trasparente come il ghiaccio e come l' acqua . Essa appare bianca perché ogni raggio di luce che attraversa un cristallo di neve viene leggermente deviato; così, di cristallo in cristallo, la luce continua ad essere deviata fino a riemergere in un punto per tornare all'osservatore. Così il raggio di luce che perviene all'occhio è una somma di tutta la luce che è emersa in quella direzione, ossia della somma di tutti i colori dello spettro , dato che la deviazione non è uguale per tutta la luce che entra nel cristallo. Ai nostri occhi arrivano così tutti i colori di partenza, e di conseguenza percepiamo il colore bianco che ne è la somma.

    Inoltre, poiché quasi tutta la luce che entra viene restituita, il manto nevoso appare spesso abbagliante. Lo stesso fenomeno si presenta con ogni polvere che non assorba troppa luce: una strada sterrata polverosa appare biancastra, ma se piove diventa scura.

    Talvolta si può vedere una leggera colorazione rosa a strati nella neve caduta: è la sabbia che arriva con il vento dal Sahara .

    Occorrenza della neve
    Nevicata primaverile a Lamon
    Neve a Firenze

    Le nevicate possono variare in durata e posizione geografica, in funzione di alcuni fattori come la latitudine , l' altitudine , l' orografia ed altri che condizionano il tempo in generale.

    Di solito le nevicate a bassa quota sono rare nelle regioni al di sotto dei 35° di latitudine e sulle coste occidentali dei grandi continenti, essendo più esposte ai venti di Ponente tipici delle medie latitudini e provenienti in questo caso dall'oceano, più caldo della terraferma durante l'inverno.

    Alcune cime montuose hanno una copertura perenne di neve, come quelle Himalayane al di sopra dei 5000 metri, quelle alpine dai 3000 metri in su e il monte Kilimangiaro in Tanzania , pur essendo molto vicino all' Equatore . Invece molte zone polari hanno precipitazioni molto scarse e quindi relativamente poca neve, nonostante il clima gelido.

    Nevicate consistenti spesso creano danni alle infrastrutture e bloccano la circolazione e i servizi, talvolta anche in zone dove ciò accade con frequenza. Interruzione dell'elettricità, dei servizi telefonici e di altre infrastrutture di base sono comuni nel caso di tempeste di neve. Spesso le scuole e altri uffici rimangono chiusi.

    Record
    Conifere innevate ad Arina
    • La maggior quantità di neve fresca caduta in un inverno è stata misurata negli Stati Uniti al Monte Baker , dove nell'inverno 1998/99 sono caduti 2895 cm di neve. [2]
    • Secondo il Guinness dei primati, il fiocco di neve più grande mai osservato e riferito ai media è stato di 38 cm di larghezza e 12 cm di spessore. Caduto nel Montana nel gennaio 1887 [5]
    Utilizzi vari della neve

    Forme di divertimento basate sulla neve:

    • Usi sportivi, come lo sci e lo snowboard
    • Come mezzo di trasporto: ad esempio lo slittino , o farsi trainare da una slitta
    • Costruire un pupazzo di neve o un castello di neve
    • Fini ludici, tra cui va ricordato il lanciarsi palle di neve (o "pallate") create comprimendo la stessa con le mani, una forma di battaglia giocosa diffusa un po' ovunque.

    La neve compressa può essere usata per materiale da costruzione come gli iglù degli Inuit ( eschimesi ) o gli "alberghi di ghiaccio" in Scandinavia e Finlandia , e in alcune zone del mondo è anche impiegata come refrigerante per la conservazione dei cibi.

    Note
  • ^ Theoni Pappas , Le gioie della Matematica, Franco Muzzio Editore. ISBN 88-7413-112-7 . Pag. 74
  • ^ NOAA: Mt. Baker snowfall record sticks
  • ^ Sierra snowfall records
  • ^ Mercalli Luca, Cat Berro Daniele, Montuschi Sofia, Atlante Climatico della Valle d'Aosta, SMS Editore. ISBN 88-900099-3-4 pag.247
  • ^ New York Times


  • Precipitazione (meteorologia) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

    In meteorologia con il termine precipitazioni (anche note come idrometeore) si intendono tutti i fenomeni di trasferimento di acqua allo stato liquido o solido dall' atmosfera al suolo ( pioggia , neve , grandine , etc.) .



    // Come si formano le precipitazioni

    Quando dell'aria calda e umida creata dal sole sale, si raffredda fino a condensarsi (l'aria fredda può contenere meno vapore acqueo rispetto a quella calda) e forma una nube , costituita da microscopiche goccioline d'acqua diffuse dell'ordine dei micron . Queste gocce, unendosi (coalescenza), diventano più grosse e pesanti, quindi cadono a terra sottoforma di pioggia o di neve.

    Tipi di precipitazioni

    Per avere le precipitazioni occorre una massa d’aria ricca di vapore acqueo. Perché si formino pioggia e neve occorre tuttavia qualcosa che agglomeri le molecole d’acqua ovvero i cosiddetti nuclei di condensazione , sostanze fortemente igroscopiche che favoriscono la condensazione, come ad esempio minuscoli granelli di sabbia, polvere e i sali (cloruri) sospesi nell’aria. Le molecole iniziano ad aderire al granello e la goccia aumenta di dimensioni finché non diventa troppo pesante per rimanere sospesa in aria dalla spinta di galleggiamento precipitando così al suolo. Quando la condensazione di queste molecole d’acqua avviene ad una temperatura superiore agli 0° e il diametro della goccia supera gli 0, 3 mm si ha la pioggia.

    Se la temperatura della nube rimane al disotto degli 0 °C le molecole cristallizzano attorno ai germi di cristallizzazione diventando cristalli di ghiaccio e formando così la neve ; i fiocchi di neve si formano perché i cristalli di ghiaccio, attraversando strati d’aria a temperature superiori agli 0° fondono e si riaggregano raggiungendo anche notevoli dimensioni. Se durante il percorso verso il suolo il fiocco o cristallo incontra una temperatura superiore agli 0 °C questo fonde e giunge al suolo sotto forma di pioggia.

    Un altro tipo di precipitazione è la grandine . I chicchi di grandine hanno forma approssimativamente sferica e dimensioni variabili, da quelle di un chicco di riso a quelle di un uovo. Sono costituti da un nucleo centrale formato da un granello di polvere avvolto alternativamente da uno strato di ghiaccio trasparente e da uno strato di ghiaccio opaco. La grandine si forma quando le gocce di pioggia sono spinte da forti correnti ascensionali verso l’alto in zone a temperature sottozero dove, intercettando altre gocce d'acqua sopraffuse , ghiacciano formando ghiaccio opaco, e poi verso il basso dove fondono in parte formando ghiaccio trasparente. A ogni salita o discesa si forma così un nuovo strato di ghiaccio e il chicco aumenta di dimensioni. Questo cadrà a terra quando il peso supererà le forze delle correnti ascensionali.

    Quando la condensazione delle molecole d’acqua presenti nelle masse d’aria avviene vicino al suolo si ha la nebbia . Una forma particolare di nebbia è la galaverna o 'nebbia congelantesi' che si forma per sublimazione delle goccioline d'acqua su superfici a temperatura sottozero. Nella stagione calda di notte, quando il suolo si raffredda più velocemente dell’aria, la condensazione delle molecole d’acqua forma la rugiada . Nelle notti invernali invece, quando si ha una forte diminuzione della temperatura, le molecole d’acqua sublimano passando direttamente allo stato solido sul suolo o su superfici a temperatura sottozero formando la brina costituita da piccoli cristalli di ghiaccio.

    Un'altra forma di precipitazione è il gelicidio o 'pioggia congelantesi' la quale si forma per congelamento diretto col suolo della pioggia che cade con temperatura del suolo al di sotto degli 0 °C.

    Infine altre forme di precipitazione sono il vetrone e il vetrato .

    Orografia delle precipitazioni

    Pioggia, neve e gradine tendono a distribuirsi maggiormente sui versanti montuosi esposti alle correnti dove è favorita la risalita delle masse d'aria umide fino alla condensazione ( convezione forzata). Le perturbazioni stesse tendono a subire azioni di blocco ( stau ) nei versanti sopravvento; viceversa nei versanti sottovento i venti discendenti di caduta favoriscono il dissolvimento delle nubi con conseguente diminuzione delle precipitazioni (ombra pluviometrica) ed effetto fohn . Pertanto le precipitazioni tendono ad aumentare con la quota. In Italia ad esempio il versante tirrenico risulta essere decisamente più piovoso del versante adriatico per la presenza dell'Appennino.

    Misurazione delle precipitazioni

    Le precipitazioni vengono in genere misurate utilizzando due tipi di strumenti: pluviometro e pluviografo . Il primo strumento consiste in un piccolo recipiente, in genere di forma cilindrica, e dalle dimensioni standardizzate che ha il compito di raccogliere e conservare la pioggia che si è verificata in un certo intervallo di tempo, generalmente un giorno, sul territorio dove è installato. In questo modo è possibile ottenere una misura giornaliera delle precipitazioni in una data località. Diversamente il pluviografo è uno strumento che ha il compito di registrare la pioggia verificatasi ad una scala temporale inferiore al giorno, attualmente sono disponibili pluviografi digitali con risoluzione temporale dell'ordine di qualche minuto. Convenzionalmente in Italia la pioggia viene misurata in millimetri (misura indipendente dalla superficie). Per avere un'idea si può considerare che in Italia piovono dai 100 mm ai 3000 mm all'anno; un giorno di pioggia fine non porta più di 1 mm d'acqua, mentre un temporale lungo e violento porta anche 30 mm d'acqua, con record intorno ai 300 mm (in Italia le regioni più piovose sono il Friuli-Venezia Giulia, la Liguria e la Campania).

    Regimi delle precipitazioni

    Le massime precipitazioni sono intorno all'equatore (per una fascia larga 10° di latitudine ). Dall'equatore ai poli si ha una graduale diminuzione con una eccezione tra i 45° e 55° di latitudine dove vi è la massima attività ciclonica. Questo secondo massimo di precipitazione è però inferiore a quello equatoriale. Attraverso lo studio delle isoiete , ossia delle linee che uniscono tutti i punti di uguali precipitazioni, si possono riconoscere i seguenti regimi delle precipitazioni o regimi pluviometrici :

    • Regime delle basse latitudini.
      • Tipo equatoriale : senza stagione secca e con due massimi di precipitazione (es. Amazzonia , Guyana , Uganda ).
      • Tipo subequatoriale : con due stagioni secche e due piovose (es. Congo , Etiopia ).
      • Tipo subtropicale : con un solo periodo di piogge violente (3-4 mesi) e un lungo periodo di secco (es. Sudan , Senegal , Mato Grosso ).
    • Regime mediterraneo

    Estate serena e asciutta, inverno piovoso (es. Mediterraneo , California ).

    • Regime delle alte latitudini

    Questo regime interessa la fascia latitudinale fra 43° e 60° ed è caratterizzato dalla mancanza di una stagione secca vera e propria mentre vi sono stagioni più o meno piovose variamente distribuite.

    Precipitazioni scarse. Solo nell' Antartide nevica abbondantemente.

    • Regime desertico

    Precipitazioni inferiori a 250 mm/anno. È caratteristico delle zone tropicali ad alte pressioni.

    • Regime monsonico

    Netta differenziazione tra periodi piovosi e asciutti. Interessa vasti territori dell' Asia e Australia . I monsoni invernali portano tempo sereno in India , Cina settentrionale, Manciuria . I monsoni estivi portano pioggia in Birmania , Cina meridionale, Giappone .

    Precipitazioni e territorio

    Le acque meteoriche , così denominate in ambito tecnico, sono non solo le acque piovane ma tutte quelle provenienti da eventi meteorici , quali precipitazioni di natura piovosa, nevosa o in forma di grandine , le quali, una volta sulla superficie del suolo , vi si disperdono sopra ( pioggia e grandine quando fonde), incanalandosi lungo le depressioni formate dalle asperità della superficie del suolo stesso, oppure si depositano su di esso in forma di ghiaccio , dando luogo ai ghiacciai , che costituiscono preziose riserve di acqua sulle cime delle montagne più alte o nelle banchise dei poli .
    Esse vengono prese in considerazione in relazione agli effetti delle precipitazioni nel momento in cui queste, dopo aver toccato la superficie terrestre ed aver assunto la forma liquida (se inizialmente trattavasi di neve o grandine) iniziano il loro percorso su di essa o nel sottosuolo.

    In seguito al progressivo scioglimento che la neve o il ghiaccio subiscono in presenza di temperature superiori al punto di fusione della fase solida dell' acqua , questa torna a seguire lo stesso percorso delle acque di pioggia che, scorrendo ed incanalandosi via via nelle incisioni sempre più grandi del terreno, vanno a costituire i ruscelli , i fiumi , i laghi , i delta e gli estuari fino a raggiungere il livello del mare (dando luogo alla cosiddetta " circolazione superficiale "), alimentando la vegetazione superficiale e la naturale evaporazione diretta dal suolo accanto all'evapotraspirazione che viene emessa dalle piante, oppure vanno ad alimentare l'omologa circolazione sotterranea e le preziose riserve acquifere .

    Le acque meteoriche rivestono notevole interesse in svariate discipline tecniche legate all' Ingegneria Idraulica :

    Bibliografia
    • ( IT ) Jean Louis Battan, Le nubi: introduzione alla meteorologia applicata , Bologna, Zanichelli, 1981. (ISBN non disponibile)