Il parquet
Il parquet è una pavimentazione composta dall'assemblaggio di singoli elementi di legno con spessore minimo di mm 2, 5 di legno nobile (secondo le normative europee) prima della posa.
Classificazione
Le pavimentazioni in parquet distinguono per:
- 1- MASSICCIO SENZA INCASTRI GREZZO DA FINIRE IN OPERA
- 2- MASSICCIO CON INCASTRI GREZZO DA FINIRE IN OPERA
- 3- MASSICCIO CON INCASTRI PREFINITO
- 4- MULTISTRATO PREFINITO
- 5- INTARSIATO PREFINITO
- 6- INTARSIATO MASSELLO DA FINIRE IN OPERA
- A- SUPPORTO DEI MULTISTRATI
- B- ESSENZE (TIPO DI LEGNO)
- C- FINITURA
- D- TRATTAMENTO
- E- SCELTA
- F- FORMATO DIMENSIONI
- G- SPESSORE DEL LEGNO NOBILE
Oltre ai suddetti pavimenti tradizionali in legno massiccio monostrato sono sul mercato i cosiddetti pavimenti multistrato prefiniti composti da uno strato superiore in legno nobile, il cui spessore può variabile, a seconda del prodotto, da 6 mm a meno di 1 mm (detti comunemente ' impiallacciati '):comunemente lo spessore si aggira sui 3/5 mm. Al di sotto dei 2, 5 mm di spessore si ricordi che non è da definire parquet. Quando lo strato di legno nobile è incollato su un supporto in legno dolce si parla di due strati, che può essere in multistrato (cioè più sfoglie da circa 1mm di spessore l'una) o lamellare (cioè una sola sfoglia spessa più millimetri). I multistrati in betulla europea rappresentano il top della stabilità (non si creano fessure tra le tavole). I lamellari eventualmente possono essere controbilanciati incollando una lamina della stessa essenza (in modo da avere un " sandwich " simmetrico) che sarà quella che andrà poi effettivamente posata (in questo caso flottante) sul massetto (prefinito a tre strati). Legni nobili comunemente usati sono: rovere, doussié , wengé , olivo, noce , iroko , teak , merbau , afrormosia , faggio . In quanto pre-finiti in laboratorio (e non in opera) si prestano a finiture particolari quali colorazioni tramite pigmenti, decappature (cioè colorazioni a pigmenti in contrasto tra la fibra e la base del legno), spazzolatura della fibra (la quale conferisce effetto ruvido;è il contrario della levigatura), microbisellatura dei lati della tavola (spigoli smussati e non vivi), piallature a mano, spigoli spaccati sui vari lati della tavola, piano sega (la superficie della tavola presenta seghetteture trasversali rispetto all'andamento della venatura), thermotrattamenti (lasciato essicare per x tempo a x temperatura il legno nobile cambia tono di colore scurendo in tutto lo spessore). Il trattamento finale può essere ad olio o vernice.La finitura ad olio (quelli vegetali hanno residui tossici quasi nulli) richiede una manutenzione costante e non è idrorepellente nel primo periodo di vita (un anno circa con manutenzione corretta) quindi è soggetto ad aloni ma conferisce l'aspetto più naturale. Le vernici sono di più facile manutenzione e in commercio se ne trova un tipo "effetto cera" con meno gloss di lucentezza rispetto alle vernici satinate (semi lucide).
Posa in operaIl parquet può essere posato a terra incollato (con colle viniliche o bi-componenti), o galleggiante, o inchiodato (nella tipologia "listoni" o anche prefiniti di spessore circa mm 22) su sottofondo in cui siano stati precedentemente annegate delle liste di legno, con sezione a coda di rondine (dette magatelli) dove si va effettivamente a conficcare il chiodo che fissa la tavola. La posa inchiodata, vista la particolare preparazione del sottofondo, la buona manualità richiesta, la necessità di tavole spesse almeno 22 mm, e gli effetti secondari non più facilmente accettati (possibilità di avere tavole che si muovono leggermente scricchiolando) sta rapidamente diventando desueta. Listoni da 22 mm, che fino agli anni 1980/1990 venivano inchiodati, ora vengono essiccati con metodi particolari (sottovuoto) dal produttore, conferendogli maggiore stabilità, e incollati con collanti appositi.
ComportamentoIl parquet una volta esposto alla luce e all'aria, a pavimento finito, inizia un processo di ossidazione che lo porta a cambiare colore (tipicamente ma non esclusivamente, scurendosi) e rendere più omogenee le sue venature (tipico comportamento del Teak Asia ). Questo processo varia per velocità ed intensità in riguardo alla specie legnosa (normalmente i legni esotici ossidano di più), alla quantità di luce a cui viene esposto, e alla finitura applicata (diversi tipi di vernici possono dare sia risalto al colore e all'ossidazione che limitarlo molto), e sebbene visibile in modo evidente nei primi mesi di vita del pavimento, può proseguire via via più lentamente anche per svariati anni.
Il parquet è un materiale sempre 'vivo' e quindi risente degli sbalzi di umidità estate/inverno tipici delle abitazioni moderne: in condizioni di scarsa umidità le tavolette si restringono leggermente portando a fessurazioni della pavimentazione, che poi lentamente si richiudono al ritorno in condizioni di umidità normale. Condizioni di umidità eccessiva (condensa, perdite d'acqua o infiltrazioni anche leggere ma continuative, cattiva manutenzione) portano le tavolette a imbibirsi ed allargarsi, fino ad arrivare a spingere e sollevarsi dal sottofondo, strappandolo, o, per essenze particolarmente nervose (quali tipicamente legni sudamericani) in casi eccezionali addirittura a danneggiare i tavolati del locale.
La maggior parte dei problemi di stabilità sono stati comunque risolti dal parquet multistrato che risente molto debolmente delle variazioni termoigrometriche dell'ambiente in cui è inserito.
Note storiche e curiositàIl parquet multistrato fu brevettato nel 1983 dal Prof. Guglielmo Giordano.
NormativeLe norme che regolano i parquet sono:
- UNI EN 13489 - Parquet prefinito multistrato
- UNI EN 13227 - Parquet massiccio senza incastro
- UNI EN 13226 - Parquet massiccio con incastro
La qualità dell'incollaggio tra i vari strati del parquet prefinito è certificato dalla norma * UNI EN 314-1:2005 . I prodotti dotati di tale garanzia sono da considerarsi di qualità superiore.
Voci correlate