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Gli acquedotti

Acquedotto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Un acquedotto è un'opera, più o meno complessa, costruita per trasportare acqua da un posto ad un altro per soddisfare vari scopi: uso potabile, uso irriguo, uso industriale. La parola deriva dai due termini della latino aqua ("acqua") e ducere ("condurre").

Costruttivamente può essere realizzato in vari modi: con canali artificiali, ovvero con tubazioni ovvero con soluzioni miste.

Nel caso di canali il funzionamento può essere solo a pelo libero, nel caso di tubazioni anche in pressione.

Per gli acquedotti potabili, si preferisce il funzionamento in pressione, perché da maggiore garanzia di igienicità, anche se in Puglia è stato realizzato all'inizio del 1900 il Canale Principale dell'Acquedotto Potabile del Sele - Calore, tutt'ora in esercizio, che funziona a pelo libero.

Molti acquedotti attraversano il paesaggio con dei ponti o somiglianti a dei piccoli fiumi . Acquedotti abbastanza larghi possono essere utilizzati da imbarcazioni . Sono tipi particolari di viadotti , che anziché far superare ostacoli a strade e ferrovie, trasportano acqua. Ma, mentre con i ponti stradali si possono raggiungere punti più elevati rispetto al percorso di base, la cosa è ovviamente impossibile per l'acquedotto.



Storia

Anche se di abitudine si associa l'acquedotto all' Antica Roma , in realtà la loro invenzione risale ad alcuni secoli prima, quando, nel Medio Oriente , antichi popoli come i babilonesi e gli egiziani costruirono dei sofisticati impianti di irrigazione.

Gli acquedotti di stile romano furono usati sin dal VII secolo a.C. , quando gli Assiri costruirono una struttura di calcare alta 10 m e lunga 300 per trasportare l'acqua attraverso una valle fino alla capitale Ninive per una lunghezza totale di 80 km.

I Romani costruirono numerosi acquedotti per portare acqua ai centri abitati e alle industrie. La stessa città di Roma ebbe la più grande concentrazione di condotte idriche con 11 acquedotti costruiti nell'arco di cinque secoli, con una lunghezza complessiva di circa 350 km . Solo 47 km di questi erano costruiti in superficie, la maggior parte erano sotterranei (l' acquedotto Eifel in Germania ne è un esempio classico). Il più lungo degli acquedotti romano viene considerato quello costruito nel II secolo a.C. per approvvigionare Cartagine attraverso una condotta da 141 km.

Gli acquedotti romani erano delle costruzioni molto sofisticate il cui standard qualitativo e tecnologico non ebbe uguali per oltre 1000 anni dopo la caduta dell' Impero Romano . Essi erano costruiti con tolleranze minime: ad esempio la parte di acquedotto a Ponte del Gard in Provenza ha un gradiente di soli 34 cm per km (1:3000) scendendo di soli 17 m nella sua intera lunghezza di 50 km. La propulsione è interamente garantita dalla gravità , trasportando un grande quantitativo d'acqua in modo molto efficiente (il citato Ponte del Gard ne veicolava 20.000 m 3 al giorno).

A volte, quando si incontrano depressioni maggiori di 50 m lungo il percorso, vengono utilizzati i sifoni inversi , condotte a gravità utilizzate per superare il dislivello, in uso anche ai giorni nostri, quando gli ingegneri idraulici utilizzano questa metodologia per gli impianti idrici e fognari.

Il Central Arizona Project Aqueduct , il più grande e costoso sistema di acquedotti mai costruito negli Stati Uniti

Molte delle esperienze accumulate dagli antichi romani vennero perse durante il Medioevo e in Europa la costruzione di acquedotti conobbe una interruzione fino al XIX secolo . L'approvvigionamento di acqua venne garantito principalmente tramite lo scavo di pozzi, ma questo metodo creava gravi problemi di salute pubblica quando le falde acquifere risultavano contaminate. Una eccezione da notare in questo periodo è l'acquedotto New River , aperto nel 1613 in Gran Bretagna per rifornire di acqua potabile fresca la città di Londra coprendo una distanza di 62 km.

Lo sviluppo di canali fornì un ulteriore spunto alla costruzione di acquedotti. Tuttavia, la costruzione di acquedotti su vasta scala non riprese fino al XIX secolo per la nuova necessità di alimentare città in rapida crescita e industrie assetate d'acqua. Lo sviluppo di nuovi materiali (come il calcestruzzo e la ghisa ) e di nuove tecnologie (come il motore a vapore ) consentirono significativi miglioramenti. Per esempio, la ghisa permise la costruzione di sifoni invertiti più grandi e resistenti a maggiori pressioni, mentre pompe a vapore ed elettriche permisero un considerevole aumento della quantità e velocità del flusso d'acqua. L' Inghilterra primeggiava nel mondo per la costruzione di acquedotti, con gli esempi notevoli costruiti per trasportare l'acqua a Birmingham , Liverpool e Manchester .

In Italia , fra 1823 e 1851 , a più riprese, venne costruito a Lucca un acquedotto di foggia simile a quelli dell'antica Roma. Il suo architetto, Lorenzo Nottolini , progettò l'opera lunga circa 3, 25 km per portare l'acqua del Monte Pisano nella città toscana ponendo alle sue estremità due tempietti che servivano all'approvvigionamento e alla gestione della struttura.

Gli acquedotti in assoluto più grandi sono stati costruiti negli Stati Uniti per approvvigionare le più grandi città. Quello di Catskill porta l'acqua a New York coprendo una distanza di 190 km, ma è superato in grandezza da quelli dell' ovest dello stato, il più importante dei quali è l' Acquedotto del Colorado , cioè quello che collega il Colorado all'area urbana di Los Angeles situata 400 km più a ovest.

Anche se indubbiamente gli acquedotti sono delle grandi opere di ingegneria , la notevole quantità d'acqua che trasportano possono creare delle grosse problematiche ambientali a causa dell'impoverimento dei corsi d'acqua.

Parti di un acquedotto potabile

L'acquedotto a uso potabile è un'opera civile costituita da più parti funzionali che assolvono funzioni differenti:

La prima di queste strutture è l' opera di presa , in corrispondenza della quale avviene la captazione dell'acqua dal ciclo naturale. Tali opere differiscono tra loro a seconda che le acque captate siano di superficie ( fiumi , laghi , eccetera) o sotterranee ( sorgenti , pozzi , ecc.).

Subito a valle delle opere di presa generalmente vengono realizzati tutti gli impianti di trattamento delle acque necessari per renderle idonee al consumo umano ( normalmente: impianto di potabilizzazione nel caso di captazione di acque superficiali e impianti di semplice disinfezione (clorazione) per le acque sotteranee).

Le acque potabili vengono trasportate dalle condotte adduttrici ( opere di adduzione ) che funzionano sia in pressione che a pelo libero (come il Canale Principale dell'Acquedotto del Sele-Calore gestito dall' Acquedotto Pugliese ).

Lungo il tracciato di una condotta adduttrice in pressione vengono realizzate varie opere d'arte necessarie per l'esercizio e la manutenzione delle stesse.

Le principali sono:

  • gli scarichi : ubicati nei punti più depressi del profilo idraulico. Nel omonimo pozzetto, realizzato in calcestruzzo armato , viene realizzata una derivazione chiusa da una saracinesca che una volta aperta permette lo svuotamento della condotta adduttrice. L'acqua dello scarico viene convogliata, tramite un'apposita condotta, in fossi o collettori vicini. Nel caso in cui la configurazione del terreno dovesse richiedere condotte di scarico molto lunghe perché si possa trovare un idoneo recapito finale, si preferiscono ai suddetti scarichi, denominati scarichi liberi , quelli definiti scarichi a pompa , che per come sono realizzati, permettono lo scarico a gravità della maggior parte del sifone da vuotare, direttamente sul terreno nelle vicinanze dell'opera, ma ne lascia una certa parte all'interno della condotta, che viene eliminata a mezzo di una pompa.
  • gli sfiati : ubicati nei punti di massima quota del profilo idraulico. Possono essere.
    • liberi : in questo caso sono costituiti da una tubazione, terminante con un tratto ricurvo detto pastorale , collegata direttamente con la adduttrice e di altezza superiore alla linea dei carichi idrostatici (si utilizzano in condotte con basse pressioni interne)
    • automatici : costituti da una apparecchiatura idraulica, denominata sfiato , dotata di sfere, che a seconda della pressione in condotta, si abbassano, permettendo la fuoriuscita dell'aria o si alzano chiudendo la condotta. Tali sfiati sono montati, all'interno di pozzetti in calcestruzzo armato, in derivazione alla condotta principale e sono preceduti da una saracinesca che permette il loro smontaggio senza interruzione del flusso.

Gli sfiati possono svolgere una o tutte e tre le seguenti funzioni:

    • funzione di degasaggio: quando hanno la funzione di eliminare l'aria che si forma all'interno della condotta durante il suo esercizio che trascinata dall'acqua, si va raccogliendo nei punti alti del tracciato. Tali bolle d'aria, se non eliminate, formerebbero delle sacche che possono assumere dimensioni tali da ridurre significativamente il flusso idrico sino ad interromperlo;
    • funzione volumetrica di svuotamento: durante le fasi di svuotamento permettono l'entrata di un volume d'aria tale da compensare il volume di liquido che fuoriesce dagli scarichi, evitando così pericolose depressioni interne;
    • funzione volumetrica di riempimento: durante la fase di riempimento di una condotta permettono la fuoriuscita dell'aria esistente all'interno delle tubazioni vuote evitando così il pericolo della formazione di sacche d'aria.
  • opere di interruzione o di disconnessione idraulica : sono costituite da serbatoi (anche pensili) di capacità limitata, che vengono costruite tutte le volte che è necessario annullare la piezometrica in un punto dell'adduttrice, sia per non sottoporre uno o più tratti di condotta a pressioni eccessive non compatibili con le caratteristiche delle tubazioni utilizzate, sia per permettere la derivazione di una o più condotte dall'adduttrice, in questo caso si parla di partitori . In alcuni casi si utilizzano anche per permettere l'esecuzione di misure idrauliche di controllo. Le derivazioni da adduttrici possono anche esser effettuate in carico senza la necessità di realizzare partitori.
  • opere di accumulo : sono serbatoi di grande capacità, realizzati lungo il tracciato di condotte adduttrici molto estese, al fine di garantire una riserva idrica, per un dato periodo di tempo, nei tratti a valle dell'opera nel caso di interruzioni del flusso nel tronco di monte.
  • tratte pensili : vengono realizzati per l'attraversamento aereo di fiumi, torrenti, zona in frana, ecc. Possono essere realizzati con :
    • pontitubo : in cui si sfrutta l'autoportanza del tubo. Nel caso di tubi in acciaio la singola campata non può superare i 40 ÷ 50 m;
    • ponti veri e propri : la condotta viene portata da ponti opportunamente realizzati.
  • sottopassi : vengono realizzati per sottopassare strade, autostrade, ferrovie, piccoli corsi d'acqua ecc. Attualmente per la posa della condotta, il sostituzione dello scavo in trincea , vengono utilizzate tecnologie no dig che preservano l'integrità della sovrastruttura.

Le opere di adduzione alimentano i serbatoi di testata a servizio dei singoli centri urbani.

A valle del serbatoio, generalmente viene realizzata una condotta, denominata suburbana , che collega l'opera di accumulo alla rete di distribuzione urbana che ha lo scopo di portare acqua in ogni punto del centro da servire.

Il punto (o i punti) in cui la suburbana si innesta nella rete di distribuzione viene denominato origine della distribuzione urbana o ODU .

La suburbana normalmente non ha utenze lungo il tracciato.

La rete di distribuzione viene generalemte realizzata esclusivamente a maglie chiuse (quella a rete ramificata non è più utilizzata) perché in questo modo non è necessario interrompere il flusso nel caso di fuori servizio di un singolo tronco. Tuttavia negli untimi anni si sta largamente diffondendo la tecnica della distrettualizzazione della reti, ossia si procede alla suddivizione della intera rete in porzioni minori al fine di migliorare la gestione e favorire il contenimento delle perdite idriche.

Sulle condotte distributrici vengono realizzati gli impianti privati che collegano la rete di distribuzione all'impianto idrico a servizio delle singole utenze (condomini, ospedali, caserme, attività commerciali, ecc.)

Utilizzi
Acquedotto nei pressi di Tarragona , in Spagna

Storicamente, innumerevoli società agricole hanno costruito acquedotti per irrigare le coltivazioni. Archimede inventò la vite di Archimede per sollevare l'acqua usata nell'irrigazione delle terre coltivabili.

Un altro uso molto diffuso degli acquedotti è l'approvvigionamento di grandi città con acqua potabile. Alcuni famosi acquedotti romani riforniscono ancora oggi la città di Roma . In California , USA , tre grandi acquedotti trasportano acqua per centinaia di miglia fino all'area di Los Angeles . Due provengono dall'area di Owens River e il terzo da Colorado River.

In tempi più recenti, gli acquedotti sono stati utilizzati per scopi di navigazione commerciale consentendo alle chiatte fluviali di superare i dislivelli. Durante la Rivoluzione Industriale del XVIII secolo , molti acquedotti furono costruiti come parte del generale boom nella costruzione di canali artificiali .

Nei moderni progetti di ingegneria civile , dettagliati studi e analisi del flusso in canale aperto sono comunemente richiesti a supporto di sistemi di controllo delle inondazioni, sistemi di irrigazione, e grandi sistemi di fornitura idrica quando un acquedotto anziché una condotta è la soluzione preferita. L'acquedotto è un modo semplice per trasportare acqua da altre parti del territorio.

Acquedotti navigabili Acquedotti Romani
Segovia , Spagna . Acquedotto Romano
Altri acquedotti
il Ponte delle Torri a Spoleto