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Il consiglio nazionale collaborerà con il ministero del lavoro per la riforma della formazione

Il primo passo è stato l'inserimento nella cabina di regia, voluta dal ministero del welfare per individuare il fabbisogno di competenze utili alle imprese. E adesso, per i consulenti del lavoro, è il momento di «vincere la scommessa, seguendo i dettami della legge Biagi, per far decollare davvero i servizi per la formazione e la riqualificazione» del personale.

Secondo Vincenzo Silvestri, segretario del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, «il ruolo che potremo svolgere è tutto da definire», ma è lampante che «le attività formative, come ha sostenuto alla fine di novembre il ministro Maurizio Sacconi al nostro VII congresso, dovranno cambiare radicalmente.

Bisognerà, cioè, che chi ha momentaneamente perso il posto, venga accompagnato in un bacino che lo sostenga sul piano del reddito e, nel contempo, lo metta in condizione di trovare un altro impiego, mantenendo la vecchia qualifica, o ricollocandosi in un diverso profilo professionale». È necessario, però, che questa «rivoluzione» (illustrata dal ministro a Confindustria e alle parti sociali lo scorso 15 dicembre, per la quale il governo è pronto ad investire 2 miliardi e mezzo di euro nel 2010), non si riveli un dispendioso specchietto per le allodole.

Silvestri ammette che il rischio esiste e, perciò, bisogna evitare che le politiche di formazione diventino «uno strumento per fornire reddito unicamente ai formatori, come in passato». Al contrario, nelle mire di Sacconi, i percorsi per accrescere le competenze e la preparazione essere la «fondamentale leva per l'occupabilità e l'adattabilità delle persone, la mobilità sociale, il sostegno alla crescita e alla competitività» del nostro paese.

La categoria che, come ricorda il segretario del Consiglio nazionale, rappresenta il «canale privilegiato per il contatto con le aziende», ha sottoscritto il mese scorso un'intesa con Italia lavoro (l'agenzia ministeriale per le politiche attive del lavoro e lo sviluppo dell'occupazione) per promuovere politiche attive del lavoro da integrare con misure di sostegno al reddito.

tratto da Italia Oggi del 19 dicembre 2009

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