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Diritto ai danni morali a causa della trasfusione con sangue infetto

La Corte europea dei diritti dell’uomo ha pronunciato sentenza di condanna ai danni dell’Italia in quanto le autorita` dello Stato hanno violato il diritto alla vita dei cittadini e il loro diritto a non essere discriminati. Il ricorso era stato inoltrato da sette pazienti, accusando le autorita` sanitarie di non aver svolto i necessari controlli, che avevano contratto l’Aids e l’epatite C dopo aver effettuato delle trasfusioni di sangue, rivelatosi infetto, per curare la talassemia.
La Corte di Strasburgo ha evidenziato che l’art. 2 della convenzione dei diritti dell’uomo, relativo al diritto alla vita, obbliga gli stati membri ad adottare azioni a garantire la vita dei malati qualora si rechino presso strutture pubbliche o private. Inoltre dovra` essere assicurato un sistema giudiziario efficiente al fine di stabilire le cause delle infezioni contratte.
Quindi per la violazione della Convenzione l’Italia dovra` versare 39.000 euro ad ogni ricorrente a titolo di danni morali, mentre per quelli materiali la Corte si e` riservata la decisione.