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Lo sfruttamento dei lavoratori escluderà da appalti e gare

In un emendamento al ddl sul caporalato saranno introdotte modifiche al codice penale.

Grave sfruttamento del lavoro, il nuovo reato previsto da un emendamento presentato il 30 ottobre dal Consiglio dei ministri al ddl sul caporalato consiste nella corresponsione di una retribuzione sproporzionata, nella violazione sistematica delle norme sull'orario di lavoro e di quelle sulla sicurezza e nella sottoposizione a condizioni di lavoro e alloggiative degradanti. Per il nuovo reato scatterà la reclusione da 1 a 4 anni e la multa da 1000 a 2000 euro per lavoratore. La pena è elevata alla reclusione da 2 a 6 anni e alla multa da 1, 5 a 3 mila euro ove la colpevole condotta si riferisca a oltre due delle fattispecie, si tratti di minori di anni 18 o di stranieri sprovvisti del titolo di soggiorno, i lavoratori sfruttati siano pari o superiore a 4 , la condotta è posta in essere da un soggetto privo dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di intermediazione. Previste, inoltre, la confisca del mezzo di trasporto utilizzato ed il divieto di concludere contratti di appalto, di cottimo fiduciario, di fornitura riguardante la pa. Per la recidiva è prevista l'esclusione per cinque anni da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi nazionali o comunitari (per il settore in cui si è consumato lo sfruttamento).