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Dal libro unico i controlli sullo stato della sicurezza in azienda

Il libro unico del lavoro è anche uno strumento per segnalare lo stato di sicurezza dei luoghi di lavoro. Considerato che la maggiore incidenza degli infortuni coincide con il lavoro irregolare (cioè lavoratori impiegati senza alcuna tutela assicurativa e previdenziale), il libro unico è anche utilizzato per indicare la regolare gestione del personale, consentendo al datore di lavoro di registrare gli obblighi retributivi, contributivi e fiscali.

Il suo impiego appare così particolarmente importante nel settore degli appalti pubblici e privati, per esempio nel settore delle costruzioni, dove appare evidente il coinvolgimento del committente nella materia della sicurezza proprio attraverso la produzione, con qualsiasi modalità, del libro unico del lavoro.

Ai sensi dell'articolo 90 del Tuir, infatti, il committente come pure il responsabile dei lavori deve verificare l'idoneità "tecnico-professionale" dell'impresa affidataria, delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi. A sua volta, le imprese dovranno esibire al committente o responsabile dei lavori l'elenco dei lavoratori risultanti dal libro matricola (ora libro unico).

Il committente che non rispetta l'obbligo sulla verifica dell'idoneità tecnico-professionale rischia l'arresto da due a quattro mesi o l'ammenda da 1.205 a 5mila euro. Per tutti gli altri settori si rinvia all'articolo 26 del Testo unico che stabilisce gli obblighi connessi ai contratti di appalto, d'opera o di somministrazione. Il datore di lavoro, anche in questi casi, ha l'onere di verificare l'adeguatezza tecnica-professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi.

In attesa di Dpr che dovrà definire i criteri di un sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi si deve produrre il certificato di iscrizione alla Cdc e l'autocertificazione sul possesso dei requisiti di idoneità "tecnico-professionale".