Sei in: Altro

Cassazione e fisco alleati sui conti bancari

La disciplina dei controlli bancari è al centro della disamina nello spazio dedicato al tema della settimana. La questione dell’estensione delle indagini finanziarie anche ai conti intestati ai soggetti terzi è il punto più discusso dagli operatori. In merito, viene ricordato che la Corte di cassazione ha chiarito che al fine di legittimare l’estensione in oggetto ai familiari dell’accertato è sufficiente provare da parte dell’ufficio la “sostanziale imputabilità al contribuente delle posizioni creditorie e debitorie annotate sui conti”. In particolare, l’ultima decisione della Cassazione che accoglie le pretese del Fisco è espressa nella sentenza n. 1452 del 21 gennaio 2009, nella quale si legge “le indagini bancarie estese ai congiunti del contribuente persona fisica ovvero a quelli degli amministratori della società contribuente devono ritenersi legittime, essendo il rapporto familiare sufficiente a giustificare, salva prova contraria, la riferibilità al contribuente accertato delle operazioni riscontrate sui conti correnti bancari degli indicai soggetti”. Le stesse conclusioni sono valide, sempre secondo la Cassazione, circa i conti intestati a soci persone fisiche di società di persone per il principio dell’immedesimazione tra società a base personale e singoli soci, con poteri di direzione, gestione e controllo, anche se non esercitano le funzioni di amministratori della società, la quale è priva di personalità giuridica.


Anche i conti cointestati al contribuente e a terzi soggetti o solo a terzi soggetti in ordine ai quali il contribuente ha comunque la possibilità di operare o anche le posizioni finanziarie intestate solo a soggetti terzi e sui quali il contribuente non può operare possono essere oggetto di verifica se sia provata l’interposizione soggettiva fittizia.


Infine, viene ricordato che nelle sentenze 19213/07 e 16837/08 la Suprema corte ha stabilito che il ricorso alla presunzione legale non è ammissibile qualora l’Ufficio finanziario non fornisca la prova della riconducibilità delle movimentazioni bancarie al soggetto sottoposto al controllo. Con tale affermazione le posizioni della Cassazione stanno progressivamente convergendo con gli orientamenti interpretativi delle Entrate circa l’onere probatorio.