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Gdf, controlli con “check list”

Il comando della Guardia di Finanza ha rilasciato ai reparti periferici la circolare n. 1/2008, che si articola in sette parti distribuite in quattro volumi, con cui si affronta il tema della verifica fiscale non solo sul piano operativo, ma anche su quello interpretativo, fornendo chiarimenti circa l’analisi delle principali verifiche da effettuare su imposte dirette, Irap e Iva. I controlli della Gdf, che vanno dalla selezione dei contribuenti da verificare fino all’esecuzione degli accertamenti, dovranno basarsi su specifiche attività d’indagine e saranno caratterizzati da una maggiore elasticità rispetto al passato. L’attività di controllo, inoltre, dovrà cercare di superare le rigide regole territoriali e, allo stesso tempo, dovrà cercare di non fermarsi ai limiti imposti dalla correttezza formale delle scritture contabili. Dal punto di vista della competenza territoriale, la circolare 1/2008 tenta di fissare i criteri per la definizione del reparto, indicando espressamente il luogo dove risulta di fatto esercitata l’attività economica. Inoltre, sono previsti dei meccanismi di deroga della competenza territoriale, con lo scopo di superare eventuali difficoltà contingenti dei reparti e assicurare una maggiore efficacia allo sviluppo di filoni investigativi. Sul piano esecutivo, al fine di superere il concetto di verifica come puro controllo formale, la circolare sviluppa le modalità, le ragioni e le basi giuridiche che consentono ai verificatori di usare tutti i mezzi a loro disposizione per attivare rettifiche attraverso metodi di accertamento analitico-presuntivo o attraverso accertamenti induttivi. Tutto ciò consente, dunque, di realizzare gli accertamenti anche attraverso la predisposizione di specifici percorsi ispettivi. Si tratta di 11 check-list che hanno lo scopo di agevolare i verificatori individuando i passaggi obbligatori da seguire durante gli accertamenti. In particolare, le nuove regole per i controlli fiscali messe a punto dalla Gdf intervengono in modo rilevante sulle tecniche di selezione dei contribuenti che presentano un maggior livello di rischio. La circolare in oggetto, infatti, stabilisce che la selezione dovrà essere effettuata su base locale attraverso un’attività di intelligence basata su un approfondimento investigativo di raccolta, elaborazione, selezione e analisi delle informazioni ottenute. Sul piano operativo, invece, la selezione dovrà essere fatta, oltre che analizzando i precedenti fiscali dei contribuenti, anche utilizzando ogni altro elemento informativo acquisito nel corso di ogni genere di controllo, anche non di carattere tributario.