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Ddl approvato: ecco il “nuovo” mercato del lavoro

Con l’ok della Camera la riforma del lavoro è legge. Si attende la pubblicazione in “Gazzetta”. Ormai tutte le misure sono conosciute: il testo è quello già approvato il 31 maggio dal Senato. Se ne ricordano in sintesi le principali.

L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è riformato. Il nuovo articolo prevede: la nullità in tutti i casi di licenziamento discriminatorio (ad esempio per credo politico, fede religiosa, attività sindacale o legate al sesso del dipendente); niente reintegro automatico in caso di licenziamento per motivi economici, in alcuni casi ci sarà un'indennità risarcitoria e sarà obbligatoria la procedura di conciliazione (che non potrà più essere bloccata da una malattia “fittizia” del lavoratore, ma solo da maternità o infortunio sul lavoro); nei licenziamenti disciplinari (giusta causa o giustificato motivo soggettivo) ci sarà meno discrezionalità del giudice nella scelta del reintegro, che sarà deciso solo sulla base dei casi previsti dai contratti collettivi e non più anche dalla legge.

Dal 2013, a regime dal 2017, ci sarà un unico ammortizzatore sociale: l’Aspi, che sostituisce/accorpa sia l’indennità di mobilità che di disoccupazione. L’assicurazione sociale per l'impiego viene estesa a categorie prima escluse, come gli apprendisti e gli artisti, restano esclusi lavoratori autonomi e precari. Una buona opportunità è quella di poter trasformare l'indennità Aspi in liquidazione per avere un capitale per avviare un'impresa.

Il contratto a tempo indeterminato è il “contratto dominante”, e l’apprendistato diventa il contratto tipico per l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Il primo contratto a termine, che può essere stipulato senza che siano specificati i requisiti per i quali viene richiesto (il cosiddetto causalone), durerà un anno, con pause obbligatorie fra due contratti a termine di 20 giorni per quelli di durata fino a 6 mesi e di 30 per quelli di durata superiore.

Infine: arriva uno stipendio minimo dei co.co.co; un “buono baby-sitter”, per agevolare le lavoratrici nei primi mesi di nascita del figlio, potrà essere utilizzato anche per pagare asili-nido pubblici o privati; per attivare il lavoro a chiamata basterà un sms alla Direzione provinciale del lavoro.