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Il ddl di riforma del lavoro entra nelle fase cruciale. scontro sui voucher

La riforma Fornero al centro di polemiche dentro e fuori del Parlamento. Oggetto di divergenze tra ministri - protesta del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania - l'emendamento, presentato in commissione Lavoro al Senato, che ha posto vincoli stringenti sull'utilizzo dei buoni lavoro. Secondo l’emendamento, l'uso sarà consentito solo alle aziende con fatturato inferiore a 7mila euro (norma oggetto di scontro tra Coldiretti e sindacati), avrà un valore orario di 10 euro e sarà vietato per l’impiego di lavoratori assunti nell'anno precedente come operai agricoli. Il ministro Catania si dice contrario a modifiche dell'attuale assetto normativo: per le aziende agricole i voucher sono una risorsa utile “che risponde alle esigenze circoscritte ma importanti per la vita delle imprese in alcuni brevi episodi di attività, come per esempio la raccolta della olive o la vendemmia”.

La situazione attuale concretizza sempre più il ricorso alla fiducia sul decreto, atteso in aula per il 23 maggio 2012.

Anche se sostanzialmente molte delle istanze dei Consulenti del lavoro sono state accolte dal Legislatore, resta il giudizio critico della categoria nei confronti del Ddl di riforma del mercato del lavoro che ha moltiplicato gli adempimenti burocratici a discapito della semplificazione annunciata, ma non attuata. Alla necessità di ridurre tempi dei giudizi e numeri delle cause di lavoro si risponde con norme che apriranno la strada a molti contenziosi. Il giudizio duro dei consulenti va dall’inesistenza della base per la creazione di nuovi posti di lavoro, con una penalizzazione per i lavoratori più deboli, alla semplicistica stretta su molti contratti atipici che in questi ultimi anni hanno consentito, invece, l’emersione dal lavoro nero. Ovviamente ce n’è anche per i voucher, che nel settore agricolo sarà possibile usare solo per i soggetti non iscritti agli elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli e che diventeranno voucher orari, numerati progressivamente e datati, con la previsione di un decreto che stabilisca modalità di riscontro temporale dell'utilizzo della prestazione retribuita con il buono.

Tra gli emendamenti saltati, il reintegro per i licenziamenti disciplinari non avrà le tipizzazioni di giusta causa o di giustificato motivo soggettivo: il giudice, nella valutazione, potrà fare riferimento ai contratti collettivi o ai codici disciplinari applicabili.