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Confermata la condanna per ingiuria per il condomino che offende

Con sentenza n. 48072 del 22 dicembre 2011, la Cassazione, Quinta sezione penale, ha confermato la decisione di condanna per ingiuria disposta dai giudici di merito nei confronti di una donna che aveva rivolto delle invettive ad una condomina che le aveva chiesto di cessare di fare rumore così da consentire il riposo del figlio neonato di otto mesi.

Secondo la Corte, l'espressione "va..."utilizzata dall'imputata, accompagnata dalle frasi "non mi rompere i..." e "non mi rompere il..." oltre ad essere indice di cattiva educazione e di uno sfogo dovuto a una pretesa invadenza dell'offeso, manifestava anche il disprezzo nutrito nei confronti dell'interlocutore.

Rigettando l'impugnazione della ricorrente, i giudici di legittimità hanno sottolineato come, nella specie, la motivazione con cui i giudici di merito avevano valutato la portata offensiva delle frasi pronunciate, tenendo conto del contesto nel quale il fatto si era verificato, era da ritenere congrua, immune da manifesta illogicità e, quindi, non censurabile.

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