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No al rientro per il minore illecitamente trasferito se esistono rischi di una situazione intollerabile


Con sentenza n. 20365 del 5 ottobre 2011, la Corte di cassazione ha respinto la richiesta con cui un padre canadese aveva chiesto che venisse emesso un provvedimento di rientro e di rimpatrio nei confronti della figlia minore, illecitamente trattenuta in Italia dalla madre.

Anche se la bambina era affidata ad entrambi i genitori ed il Tribunale canadese aveva stabilito che la figlia stessa non potesse essere allontanata dal Canada senza il consenso dell’uomo, i giudici di legittimità hanno aderito alle argomentazioni prospettate dal Tribunale per i minorenni di Venezia secondo cui, pur in presenza di un illecito trasferimento in Italia della residenza della minore per decisione unilaterale della madre, ricorrevano, nella specie, le condizioni di cui all'articolo 13 della Convenzione dell'Aja che escludono il rientro del minore laddove sussista un fondato rischio per il minore stesso di essere esposto, per il fatto del suo ritorno, a pericoli fisici e psichici o comunque di trovarsi in una situazione intollerabile.


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