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Periodo di comporto, il conto lo deve tenere il lavoratore


MASSIMA SENTENZA CASSAZIONE N.19234/11

Spetta al lavoratore in malattia tenere il conto dei giorni di assenza e non è compito del datore avvertirlo che il periodo di conservazione del posto (comporto) è in scadenza.

Nel licenziamento disciplinare vi è l’esigenza dell’immediatezza del recesso, per garantire il diritto di difesa dell’incolpato, mentre in quello per il superamento del periodo di comporto l’interesse del lavoratore alla certezza della vicenda contrattuale va contemperato con le esigenze dell’impresa che deva valutare nel complesso la sequenza di episodi morbosi del lavoratore ai fini di una prognosi di incompatibilità della sua presenza in rapporto agli interessi aziendali.




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