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Con la manovra 2011 a rischio l’autonomia delle casse

L’autonomia delle Casse autonome dei professionisti, sancita con il Dlgs n. 509/94 e successivamente confermata nel 1996 dal Decreto legislativo n. 103, ha subito un duro colpo negli ultimi anni, grazie soprattutto alle ultime due Manovre con cui il governo ha voluto ridimensionare notevolmente i confini dell’autogoverno degli enti di previdenza privati.

Il giro di boa si è avuto a partire dall’anno 2004, quando le Casse dei professionisti sono state inserite nell’elenco Istat delle amministrazioni pubbliche, con la conseguenza che sono ricadute a pioggia su tali organismi tutta una serie di misure pensate prevalentemente per il comparto pubblico. L’accelerazione, poi, c’è stata con le ultime due manovre fiscali a firma del ministro Tremonti.

Con la legge n. 122/2010, gli investimenti immobiliari e anche quelli mobiliari da parte degli enti pubblici e privati che gestiscono forme obbligatorie di assistenza e previdenza sono passati sotto il vaglio pubblico, così come diretto è stato anche l’intervento sulle forme di autonomia organizzativa dei suddetti enti.

Ma, il vero e proprio colpo all’autonomia delle casse di previdenza dei professionisti è arrivato con la manovra fiscale per il 2011 (legge n. 111/2011). Essa contiene alcune norme che invadono il perimetro della gestione amministrativa autonoma appesantendola e allo stesso tempo rendendola meno efficace e sicuramente più costosa.

Tra le misure approvate, quella che appare più difficile da digerire è quella che affida la vigilanza sugli investimenti finanziari alla Covip, così come anche il controllo sulla composizione del patrimonio degli enti di diritto privato che si occupano della pensione dei professionisti. Tale forma di controllo può essere esercitata anche mediante ispezioni presso gli stessi enti, richiedendo la produzione degli atti e documenti ritenuti necessari.

Inoltre, entro la fine dell’anno dovranno essere emanati i decreti del Lavoro e dell’Economia (sempre sentita la Covip) con cui: verranno fissate le disposizioni riguardanti le attività nelle quali le Casse potranno investire le proprie disponibilità; si stabiliranno i criteri di investimento nelle varie categorie di valori mobiliari; verranno fissate le regole in materia di conflitto di interesse, ecc..

In materia di autonomia contributo-pensionistica, le Casse, entro sei mesi, dovranno adeguare i loro statuti soprattutto con riferimento a quei soggetti già pensionati che continuano ad esercitare la professione. Per questi è previsto un obbligo contributivo minimo, nella misura del 50% di quanto previsto per gli iscritti non pensionati. Nel caso di inadempienza da parte delle casse gli adeguamenti scatteranno in via automatica. Inoltre, è stato fatto slittare di un anno, rispetto alla precedente manovra, il blocco degli stipendi dei dirigenti. Il blocco del trattamento economico del personale dipendente delle Casse, come pure la riduzione degli stipendi del 5/10% per gli importi eccedenti i 90mila/150mila euro, infatti, è esteso a tutto l’anno 2014.

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