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Con il si` del senato il dl sviluppo diventa legge

Via libera dell'Aula del Senato al Decreto Sviluppo su cui il governo, nella seduta del 6 luglio, aveva richiesto il voto di fiducia. Nella mattinata del 7, la questione è stata sciolta: i voti a favore sono stati 162, i contrari 134, le astensioni 1. La conferma di Palazzo Madama segna l’approvazione definitiva del decreto, che ora diventa legge.

Il provvedimento contiene numerose misure che spaziano dal settore dell’edilizia a quello della scuola, dagli appalti al turismo, dal fisco alle agevolazioni per il Mezzogiorno.

Nello specifico, in quest’ultimo caso, torna il credito d’imposta per ogni lavoratore che viene assunto nelle regioni del Sud, che versi in una situazione di svantaggio e venga assunto a tempo indeterminato nei dodici mesi successivi all’entrata in vigore del decreto. Nel caso in cui i posti di lavoro creati non sono conservati per un periodo minimo di 3 anni o di due anni nelle Pmi e se vengono accertate violazioni non formali, l'imprenditore deve restituire il credito d'imposta di cui ha già usufruito. La misura attende, però, il via libera dell'Europa. Un altro credito di imposta viene concesso automaticamente alle imprese che investono nel Sud attraverso l’utilizzo del fondo europeo di sviluppo regionale. Su questo punto, il governo ha inserito una clausola di salvaguardia per i conti pubblici, riconoscendo che il bonus potrà essere erogato nel limite delle risorse previste in un successivo decreto dell'Economia.

Per quanto riguarda la ricerca, un credito d’imposta per gli anni 2011 e 2012, è stato concesso a favore delle imprese che finanziano progetti di ricerca in Università o enti pubblici di ricerca. Il credito d'imposta vale anche per gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (come per esempio gli ospedali di eccellenza).

Capitolo ricco di novità quello che riguarda il Fisco.

In tema di accertamento esecutivo viene innalzato automaticamente da 120 a 180 giorni il termine per la sospensione dell’esecuzione forzata sui beni del debitore, dal momento dell'affidamento in carico alle società del gruppo Equitalia degli accertamenti esecutivi, operativi dal prossimo 1° ottobre. L’allungamento dei termini per la riscossione riguarderà tutti e non soltanto coloro che si opporranno alla contestazione tributaria presentando istanza di sospensione.
Il Dl 70/2011 ha subito delle modifiche durante il suo iter parlamentare, anche se nella legge passano, però, immutati due principi: il primo che prevede che nei 180 giorni di blocco delle esecuzioni, la riscossione potrà procedere ugualmente con le azioni cautelari e conservative e con ogni altra forma di intervento prevista dalla legge a tutela del creditore; il secondo principio, che prevede che in caso di fondato pericolo per la riscossione, da ravvisare successivamente all'affidamento in carico degli atti, la sospensione non sarà valida tanto che l’intervento sul patrimonio potrebbe avvenire anche prima dei 180 giorni.
Sempre in tema di accertamenti si stabilisce che gli importi da iscrivere provvisoriamente a ruolo, conseguenti ad accertamenti non definitivi, vengono ridotti dalla metà a un terzo delle somme contestate.

Un freno viene, poi, messo alle cosiddette ganasce fiscali. Infatti, se i debiti sono inferiori ai duemila euro, le azioni cautelari ed esecutive possono scattare solo dopo l'invio di due solleciti di pagamento a distanza di almeno sei mesi.

Per quanto riguarda le ipoteche e gli espropri, le novità di impatto introdotte dalla legge di conversione riguardano proprio la procedura di iscrizione ipotecaria: l'agente della riscossione, infatti, non può iscrivere un'ipoteca sulla prima casa se l'importo complessivo del credito è inferiore a 20mila euro. Analogo discorso per gli espropri che potranno essere effettuati solo se la somma supera i 20mila euro. Se, invece, non si tratta della prima casa e l'iscrizione al ruolo non è più contestabile, resta fissata l’attuale soglia degli 8mila euro. Prima di iscrivere ipoteca sui beni immobili, l'agente della riscossione deve comunicare al contribuente che, in assenza di pagamento delle somme dovute entro il termine di trenta giorni, si procederà con l'iscrizione.

Dal primo gennaio 2012, l'attività di riscossione delle entrate torna da Equitalia ai Comuni. La società di riscossione, infatti, a partire dal prossimo gennaio cesserà di effettuare le attività di accertamento, liquidazione e riscossione, spontanea e coattiva delle entrate, tributarie o patrimoniali.

Nelle aziende, invece, i controlli fiscali devono essere effettuati rispettando il tetto dei 15 giorni lavorativi e devono essere contenuti al massimo in un trimestre.

Inoltre, è stato messo un freno agli interessi anatocistici sulle somme iscritte a ruolo. La modifica sarà, però, valida solo per le cartelle future. Si stabilisce, inoltre, che la misura degli interessi per il versamento, la riscossione e i rimborsi dei tributi sia fissata nel limite massimo di un punto percentuale (ora è di tre punti) rispetto al tasso al saggio legale pubblicato annualmente a cura del ministero dell'Economia.

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