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Il governo dice si` alla riforma “epocale” della giustizia

Il Governo, nella sua seduta straordinaria di ieri, 10 marzo, ha approvato il testo del Disegno di legge costituzionale di riforma del comparto Giustizia. Il riordino, che si compone di ben 18 articoli, verrà attuato – come spiegato dal Guardasigilli – per tramite di undici leggi ordinarie accompagnate da un Action plan per lo smaltimento dell'arretrato civile.

Tra le novità di maggiore rilevanza emergono quelle che coinvolgono l'Ufficio del Pubblico ministero che, oltre a vedere separata la propria carriera rispetto a quella dei magistrati, dovrà ora attenersi, nell'esercizio obbligatorio dell'azione penale, a “criteri stabiliti dalla legge”, ovvero alle priorità individuate dal Parlamento sulla base di quelle che sono le situazioni di “allarme sociale”.

Per quanto riguarda il rapporto tra polizia giudiziaria e Pm, quest'ultimo non potrà più disporre direttamente della prima ma solamente con le modalità e nei limiti in cui verrà precisato nella legge.

Prevista la creazione di due distinti Csm, uno per i giudici e l'altro per i Pm, entrambi presieduti dal Capo dello Stato. Per quel che concerne la composizione dei questi due organi, il primo sarà formato per metà da membri nominati dai giudici e per metà dal Parlamento; con riferimento al secondo, invece, la metà da membri sarà scelta dai Pm e l'altra metà dalle Camere.

I magistrati, in base alle nuove disposizioni, saranno “direttamente responsabili degli atti compiuti in violazione di diritti al pari degli altri funzionari e dipendenti dello Stato”, con particolare riguardo alle ipotesi in cui verranno disposte ingiuste detenzioni o indebite limitazioni della libertà.

Per quel che riguarda le sentenze di proscioglimento di primo grado, viene previsto che le stesse saranno appellabili “solo nei casi previsti dalla legge”.

Il nuovo testo di Legge entrerà in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, ma - viene specificato - non si applicherà ai processi in corso.


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