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Il danno per usura da stress psico-fisico del lavoratore va liquidato mediante valutazione medico-legale


Con sentenza n. 5437 dell'8 marzo 2011, la Cassazione, sezione lavoro, ha accolto, con rinvio, il ricorso presentato da un'Azienda di costruzione avverso la decisione con cui la Corte di appello di Milano aveva riconosciuto a favore di un ex dipendente della stessa il danno biologico per usura da stress psicofisico subito per essere stato costretto ad effettuare troppe ore di lavoro straordinario.

I giudici di legittimità, nel riconoscere la correttezza e la puntualità della motivazione dei giudici di appello in ordine al carattere fortemente usurante sul piano psico-fisico del lavoro svolto dal dipendente hanno, tuttavia, ritenuto “apodittico” il criterio di quantificazione adottato per la liquidazione del detto danno. Ed infatti, nella specie, il danno biologico era stato quantificato dal giudice in via equitativa.

Per la Corte, la lesione della integrità psico-fisica della persona è sì suscettibile di valutazione medico legale ma, nel quantificarla, “il giudice non può limitarsi a richiamare il criterio dell'equità e ad individuare una somma in modo apodittico” dovendo per contro giungere alla sua determinazione “mediante una valutazione medico legale”.

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