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La canna palustre

CANNA PALUSTRE
La canna palustre si può considerare il più bio-ecologico dei materiali per l'isolamento. Vi sono poi altri materiali che hanno comunque un bassissimo impatto ambientele e che sono altrettanto biocompatibili, come ad esempio: la fibra di cocco, la juta, il lino, il mais, a fibra di cellulosa in fiocchi.
Si tratta sempre comunque di isolanti di origine vegetale. L'unica alternativa pienamente sostenibile è rappresentata dalla lana di pecora, che comunque presenta alcune lievi controindicazioni se lo si volesse considerare bioecologico al 100% (in particolare relativamente al riuso e smaltimento e ad un consumo di energia per la sua produzione ed utilizzazione ai fini edili).
La canna palustre è della famiglia delle graminacee e si raccoglie prevalentemente nei laghi e zone paludose dell'Austria, della Svizzera, dell'Ungheria, della Romania e della Polonia.
La canne per l'utilizzo in edilizia vengono raccolte già secche e poi legate insieme mediante filo di ferro zincato o filo di nylon; in tal modo le cavità interne rimangono integre e contengono aria ferma, ottima per l'isolamento termico.
Il materiale in questione si presenta quindi sotto forma di pannelli di vario spessore (mediamente circa 5 cm) e può essere utilizzato come cappotto interno o esterno all'edificio, all'interno di pareti e strutture lignee, come controsoffitto o anche all'interno di pareti divisorie interne. La canna palustre non teme l'umidità ed ha un buon comportamento termico ed acustico.
Altri vantaggi che possono motivare l'uso di questo materiale, poco noto ma ottimo per la bioedilizia, sono: l'igroscopicità, la traspirazione, la resistenza all'attacco dei roditori e delle muffe, la resistenza all'umidità e alla marciscenza, la resistenza al fuoco grazie ad un alto contenuto di acido silicico e la sua perfetta salubrità.
Per altre informazioni si veda il sito-web principale dello studio professionale al seguente link: www.bio-ecological.com