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Chi siamo

Qual è la natura dell’ATO?
L’ATO è un consorzio obbligatorio di funzioni composto di 64 comuni; rientra pertanto nell’ordinamento degli enti locali e segue per tutte le sue attività le norme e le leggi vigenti per Comuni e Province. 

Di cosa si occupa l’ATO?
L’ATO ha i compiti di programmare, affidare in gestione e controllare il “servizio idrico integrato”, cioè l’insieme dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione in tutte le loro fasi. L’ATO elabora il piano (nel nostro caso ventennale) nel quale si prevedono gli obiettivi da raggiungere, gli investimenti da fare e i loro tempi di realizzazione, la struttura del gestore e la sua organizzazione territoriale, la tariffa del servizio e il suo andamento nel periodo di piano.
Una volta elaborato il Piano l’ATO procede alla scelta del gestore, un’unica entità che gestirà il servizio idrico integrato in tutto il territorio. 
Affidato il servizio l’ATO dovrà controllare che esso venga svolto secondo quanto previsto nel Piano e nella convenzione di affidamento e preoccuparsi di aggiornare il Piano periodicamente.

Perché è stato istituito questo ente?
La legge nazionale che ha previsto l’istituzione di questo tipo di enti (la legge n° 36 del 1994) ha voluto mettere ordine in un settore molto affollato a molto articolato: basti pensare che in tutta l’Italia gli enti previsti sono 89 e quindi ci saranno all’incirca 89 gestori, mentre in precedenza, considerando le gestioni dirette dei comuni, le aziende speciali e i diversi tipi di consorzi di gestioni, se ne contavano circa 13.000.
Si è voluto con questo provvedimento rendere più organica e quindi più razionale la gestione del servizio, poiché esso viene gestito nel suo insieme (dalle sorgenti alle acque reflue dei depuratori) e quindi con più efficienza ed efficacia.

Chi ha stabilito la delimitazione dell’ATO?
La legge nazionale ha stabilito che le singole regioni, con proprie leggi, individuassero il numero e i confini degli Ambiti territoriali ottimali, nonché la natura dei rapporti tra i comuni all’interno di ciascun ambito (nel nostro caso consorzio obbligatorio di funzioni) e le modalità e i tempi con i quali essi dovessero dare vita agli organismi previsti.